Non mi piacciono le cose lasciate a metà e non mi piace nemmeno essere accusato di aver scritto menzogne.
Il riferimento è all’approfondimento dal titolo “Presidenza Assolombarda: sfida Bonomi-Dell’Orto, Brianza vs Milano” e alla successiva, piccata, smentita del candidato brianzolo Andrea dell’Orto, che abbiamo pubblicato integralmente rispettando il suo diritto di replica “Elezioni Confindustria Milano MB, Dell’Orto puntualizza”.
Premesso che non esistono elementi di pregiudizio o addirittura di diffamazione nei confronti di Andrea Dell’Orto, che oltretutto conosco, a differenza di Carlo Bonomi che non ho mai incontrato, non posso accettare un tono greve e minaccioso nei miei confronti da parte del suo ufficio stampa e dei suoi più stretti collaboratori, tenuto conto che non ho mai negato la pubblicazione della sua puntualizzazione a seguito del mio articolo.
Ho ricevuto una mail di richiesta di rettifica alle 13.19 di venerdì scorso 7 aprile, quando ero fuori ufficio in tutt’altra zona rispetto alla mia sede operativa. Ho risposto garbatamente che avrei pubblicato lo scritto di Dell’Orto con lo stesso spazio sulla home page. Ho aggiunto che l’avrei pubblicato il prima possibile, in funzione del mio rientro. Questo non è bastato a evitare una serie di telefonate a raffica e messaggi dai toni certamente non belli. Se per un certo tempo il mio telefono risultava occupato, era, semplicemente, perché stavo predisponendo, con il mio assistente, la pubblicazione della lettera. Così come è avvenuto esattamente alle 15.57 e quindi ogni pressione e tono minaccioso mi è parso del tutto fuori luogo.
C’è forse un tempo limite per pubblicare le rettifiche? Non mi risulta.
Capisco anche che per Dell’Orto la pubblicazione della sua lettera il prima possibile era motivo, non solo per replicare, ma di far sentire in qualche modo direttamente la sua voce, laddove non sarebbe stato altrimenti possibile, visto che i candidati alla presidenza di Confindustria non possono esprimersi pubblicamente prima del voto. Altrimenti avrei intervistato sia lui che Bonomi, senza problema alcuno.
Da questo punto di vista, pubblicando il suo testo integralmente, BrianzaPiù, indirettamente, gli ha fatto pure un bel favore. Con fin troppa correttezza, inoltre, ho evitato commenti a margine, anche se tanti ce n’erano da fare a botta calda, ma i sassolini nelle scarpe sono rimasti.
Sono ben contento che il mio articolo abbia meritato una così alta considerazione, ma, se guardate bene la rassegna stampa delle ultime settimane altri ne troverete che sollevano qualche perplessità sulla candidatura brianzola che, per quanto mi riguarda, campanilisticamente, può ambire al massimo risultato. Tanto, onestamente, non ci guadagno o perdo nulla professionalmente, anche se gli amici di Dell’Orto mi fanno sapere “che ne terranno conto”, detto però come minaccia e non come possibile compendio non richiesto.
Non mi pare proprio di aver scritto di Dell’Orto cose offensive. Ho fatto un’analisi, forse cruda, della realtà, frutto delle mie informazioni e di ciò che vivo quotidianamente in Brianza, facendo alcune considerazioni e ponendomi alcune domande.
Non mi risulta che Dell’Orto porti sul petto la medaglia dell’Autodromo come un riconoscimento da mostrare orgoglioso. Tant’è anche sul suo sito aziendale vengono liquidati con meno di una riga di testo i quasi due anni passati al timone della SIAS, con proclami roboanti (ai quali avevamo creduto anche noi, sostenendo la lista che poi lo ha portato alla presidenza) e risultati alla fine non proprio tali da risollevare le sorti dell’impianto a noi caro, tant’è che oggi l’Autodromo è nelle mani dei romani di Aci Italia.
Se l’amico Dell’Orto nel corso della sua gestione avesse ottenuto risultati davvero eclatanti, oggi forse sarebbe ancora al timone della SIAS. Con tutto il nostro massimo consenso. Il bilancio, chiuso al 31.12.2015, sottolinea però ben altre cose, con un giudizio finale della accreditata società di revisione quanto meno preoccupante in prospettiva, senza contare tutto ciò che si evince dalla lettura dei singoli numeri. Per chi ha pazienza e tempo da perdere, il Bilancio Sias Autodromo Nazionale 2015, in versione integrale può essere letto qui. E ognuno tragga le sue conclusioni, per me già peraltro conclamate nel momento in cui quella “fantastica” gestione è stata costretta al ritiro.
In ambito Assolombarda, non mi pare poi che la Brianza sia stata così tanto valorizzata in questi ultimi due anni, salvo che la valorizzazione e l’esposizione mediatica briantea sia quella dello stesso Dell’Orto, indubbiamente capace e attento a comunicare. Nel suo programma elettorale, però, da quanto mi risulta, alla Brianza fa ben poco cenno, parlando della territoriale milanese come associazione che deve avere più soci per contare di più in Confindustria nazionale.
Vuoi vedere, che sotto sotto, l’ambizione porta già a sognare Roma?
Molto bene. Per quanto me ne frega, Dell’Orto può anche diventare presidente di Confindustria. E “tenga conto”, insieme ai suoi amici, che chi scrive ha solo a cuore la Brianza. Sbagliando, perché i primi a “fottersene” sono proprio gli indigeni come Dell’Orto e compagnia, che guardano a Milano, per giusta ambizione, a differenza di poveri peones come me, con il sangue irpino nelle vene ma nato in riva al Lambro, che continuo ad amare questa landa e faccio fatica a staccarmene. Consapevole, comunque, che per ambizione bisogna sempre volare altrove. Non a caso, ho visto mandrie di ambiziosi imbecilli, spesso mezzi analfabeti, fare carriera nel mondo dei media mentre io mi diverto con il mio piccolo BrianzaPiù, per poi sentirmi anche in qualche modo minacciato quando tocco certi argomenti “delicati” sui quali gli interessi in gioco sono alti.
Intanto domani a Milano verrà designato il successore di Rocca alla presidenza di Assolombarda. Vinca il migliore, come si suole dire.
Carlo Gaeta