Occhi puntati sul 27° Giro ciclistico d’Italia femminile, il Giro Rosa che in questa edizione 2016 si sovrappone al mitico Tour de France, rubandone in parte anche la scena nelle riprese televisive. Le più titolate cicliste a livello mondiale, per 10 giorni da oggi 1° luglio, saranno le protagoniste sulle strade del nord Italia e nelle tappe centrali sulle strade brianzole e varesotte di questo importante evento di sport.
Il Giro Rosa, che oltre ad assegnare la fatidica maglia rosa, sarà un ottimo campo di prova e di allenamento in vista dell’imminente appuntamento olimpico di Rio. Il patron di questa corsa, l’uomo che ha studiato nei minimi particolari le tappe, le sedi della partenze e degli arrivi, ogni tassello di questa complicata macchina organizzativa è un brianzolo doc, Giuseppe Rivolta da Sovico che, dapprima con il Pedale Sovicese, poi nel calcio con il fratello Giorgio Rivolta, sta lasciando una grande impronta nello sport locale e non solo.
Parlare del Giro Rosa è riconoscere il ruolo importante del ciclismo in Lombardia, a partire dalla Federazione Regionale Ciclismo che ogni domenica organizza e richiama sulle strade lombarde migliaia di corridori, in tutte le categorie, atleti che tengono alto i colori di centinaia di società in grado di regalare ogni anno al professionismo decine di campioni. Una scuola che ha il suo maestro nella più importante fabbrica di due ruote a livello mondiale: la Ernesto Colnago di Cambiago, e che in campo maschile ha una delle formazioni più blasonate al mondo la “Lampre Merida” di Usmate.
E’ in questo contesto che nasce la favola del Giro Rosa targato Rivolta.
“Un appuntamento che arriva quest’anno in concomitanza con il Tour, – dice Rivolta –che in questi ultimi anni si è imposto ai massimi livelli fra le competizioni femminili. La riprova è nelle migliaia di tifosi, di sportivi che accompagnano le cicliste in tutte le tappe. Nell’interesse che gli assegnano i mass media, televisione in testa. Nella partecipazione delle più quotate atlete. Fra queste ricordiamo la campionessa mondiale Elizabeth Armistead, la neo campionessa italiana Elena Cecchini, la Elisa Longo Borghini”.
Rivolta assicura che: “il tracciato non subirà nessuna variazione. I comitati di tappa, Regioni, Province, Comuni hanno ultimato i lavori per sistemare i dissesti provocati dal maltempo dei giorni scorsi sia nel bresciano a Riva di Solto, che nel tratto terminale della “Cima Coppi” il mitico Mortirolo”.
Un giro che favorisce la passione per la biciletta in tante cicliste della domenica, donne che sono le degne seguaci di quell’Alfonsina Strada che, prima in Italia nel dopoguerra, ha voluto gareggiare con gli uomini nel Giro d’Italia.
Il Giro Rosa 2016 si sviluppa lungo dieci tappe. Si parte venerdì 1 con il prologo di Gaiarine. Si prosegue in Veneto con la tappa di San Fior. Si passa per il Friuli, sulle strade del terremoto di cui ricorre il quarantennale, con la Tarcento – Montenars. Per velociste è la tappa Montagnana –Lendinara. Si arriva in Lombardia con la Costa Volpino – Lovere. Fra le tappe più dure, quella che dovrebbe assegnare la maglia Rosa, c’è la scalata del Mortirolo, con la Cima Coppi, da Grosio a Tirano. Anche se la più insidiosa rimane la tappa di Andorra, con ben quattro Gran Premi della montagna e fra questi uno di Prima Categoria la Andorra – Alassio. Tutta da vivere è la cronometro individuale di 21 km Albissola – Varazze. Si torna in Lombardia sulle strade della Bernocchi con la Rescaldina – Legnano. Gran finale il 10 luglio con il circuito di Verbania.
Pierfranco Redaelli