Una vacanza diversa per un gruppo di giovani dell’oratorio Cristo Re.
Dopo aver animato a giugno l’oratorio estivo di Vimercate e dopo aver collaborato con l’assistente don Marco Fusi a organizzare e gestire il campeggio in Val d’Aosta, una vacanza ad alta quota che ha visto la partecipazione di oltre 200 ragazzi dalla 5a elementare alle superiori, una quindicina di giovani vimercatesi, i primi di agosto, hanno preso l’areo per Cipro per vivere dieci giorni di solidarietà in alcuni centri di questa realtà del Peloponneso.
E’ don Marco a ricordare che è stato questo un tempo unico, eccezionale per i ragazzi, che senza le preoccupazioni della scuola e le incombenze familiari, per alcune settimane hanno potuto vivere la bellezza dell’oratorio, con i suoi tornei, con le sue gite, con quell’armonia che è ancora nei ricordi di chi, meno giovane, viveva l’esperienza del Grest.
“Poi per qualche educatore – dice don Marco – c’è stata l’esperienza di Cipro, presso un campo internazionale organizzato dalla Caritas ambrosiana. Sin dal momento in cui siamo atterrati a Larnaca siamo stati come presi per mano dalla Chiesa cipriota maronita (cattolici di rito orientale). Il diacono Akel (con selfie memorabili) per primo ci ha indicato la strada, ma poi sono state numerose le persone che in maniera diversa ci hanno accolti: i giovani Antonino, Antonia e Albert ci hanno assistiti come angeli custodi, Mrs Ayat prima ci ha messo a servizio gli spazi di Caritas e poi a tavola per una cena a base di Kebab mostrandoci la sua passione per gli ultimi di Limassol, Padre Samir nel villaggio turco di Kormakitis ci ha aperto casa sua mettendoci tra le mani le chiavi e rendendoci disponibile il frigorifero per ogni necessità, Monica ha spalancato le porte della sua abitazione concedendoci il lusso di un tuffo nella sua piscina”.
Una esperienza di amicizia e di carità vissuta nella casa di riposo per anziani presso Antopolis, nei pressi della capitale Nicosia. Con delicatezza, superando le difficoltà della lingua, i giovani vimercatesi si sono confusi tra le infermiere e le inservienti della casa. A don Marco è capitato anche di essere chiamato all’ardua impresa di esprimere in inglese ad una infermiera ortodossa il motivo per cui i sacerdoti cattolici non si sposano (.. “ to be for Christ totaly”..prova ad accennare). Per tutti giorni di sano lavoro, con piccoli ma significativi segni di presenza verso chi è in difficoltà.
“Piccole attività – aggiunge don Marco – che esprimono quella cura e quella presenza che sono di un Altro”. E ancor l’esperienza nel centro migranti di Nicosia, le attese e le paure di giovani che soprattutto dal Bangladesh e dallo Srylanka cercano una vita più bella e ricevono ascolto, attenzione.
“Negli ultimi giorni della nostra permanenza in Cipro – conclude don Marco – abbiamo incontrato il vescovo Youssef. Conosciamo le sfide più grandi che i cattolici maroniti stanno attraversando. La riconciliazione tra turchi (invasero Cipro nel 1974) e greci è la prima missione da perseguire in un paese separato da una dogana e dai segni di un passato bellicoso: non si tratta semplicemente di stipulare un trattato bensì di costruire ogni giorno la pace. Essere minoranza è un’altra sfida da vivere: la religione dominante è quella cristiano ortodossa e i cattolici sono a Cipro soltanto 10000 ma hanno il compito di offrire una presenza di qualità”.
Pierfranco Redaelli