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Hockey: disabili in pista con la carrozzina elettrica


Wheelchair-hockey-con-mazza-o-stick-500x333Pietro Ravasi, ingegnere vimercatese, dipendente di una piccola azienda brianzola, ha ereditato dal papà la passione per le macchine e la gran voglia di realizzare prototipi. Come tutta la sua famiglia, lo contraddistingue la generosità, l’attenzione verso i più deboli. Non sorprende allora di scoprire che Pietro ha realizzato, tutto da solo, senza neppure un euro da nessuno, una carrozzina elettrica che oggi è uno dei punti di forza della squadra monzese A.S. Sharks Monza onlus, iscritta alla Federazione Italiana Wheelchair Hockey.
Gli Sharks di Monza hanno due squadre che giocano nel campionato nazionale di wheelchair hockey (una in A1 e una in A2). Alcuni giocatori fanno parte della Nazionale italiana e hanno partecipato ai campionati europeo e mondiale.
atleti in carrozzina“Sono meccanico volontario per la messa a punto di carrozzine per la squadra monzese dello Sharck, oltre che meccanico ufficiale della nazionale – dice Ravasi – Il wheelchair hockey è l’hockey che si gioca stando su una carrozzina elettrica, per persone diversamente abili, affette da patologie neuromuscolari. In Italia ci sono 26 squadre, 10 in serie A1 e 16 in serie A2”.

In campo entrano 5 giocatori, che utilizzano una mazza da hockey oppure uno stick (una croce di plastica bloccata solidalmente con la carrozzina) per le patologie più gravi. Per il gioco si utilizza una pallina di plastica cava e bucata per motivi di sicurezza. Le carrozzine elettriche possono essere modificate entro determinate regole strutturali e devono avere una velocità massima consentita.

“La mia avventura – prosegue Piter, così lo chiamano gli amici – inizia nel 2006 quando conosco Mattia Muratore (il vicecapitano degli Sharks) in una palestra di Vimercate. Una sera passando di lì avevo notato in bacheca delle foto di questa squadra e, avendo l’hobby della fotografia, le avevo considerate davvero brutte! Ho chiesto a Mattia se avessero bisogno di un fotografo per migliorare il loro book fotografico che accettò la mia proposta con entusiasmo. Il primo scatto nella partita di Coppa Italia al Palacandy di Monza a maggio 2006. E’ stato li che ho incontrato Luigi Parravicini (capitano e Presidente degli Sharks) che si occupava anche di aggiornare il sito della squadra. Un incontro preludio a una grande amicizia. Oltre alle foto, mi sono reso utile in vari modi, dando una mano nel trasporto dei ragazzi con il furgone preso in prestito dall’Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare, sezione di Monza. Nel frattempo ho capito che avevano bisogno una mano per la manutenzione delle carrozzine e per la realizzazione delle protezioni per i piedi. All’epoca non esistevano ancora le carrozzine da gioco, i primi modelli “pro” sono iniziati ad arrivare in Italia intorno al 2011. Nel frattempo avevo iniziato a realizzare i disegni per alcune protezioni. Poichè Luigi aveva bisogno di una carrozzina nuova, investendo un po’ del mio tempo libero, per realizzarne una personalizzata. Luigi il suggeritore, con tutta la sua esperienza di usabilità (tantissimi anni di attività in questo sport) e io il know how, l’impegno e la determinazione, armi preziose per essere competitivi”.

Così la nascita del primo prototipo, il passaggio alla pre serie con alcune migliorie e una modifica sostanziale dell’ammortizzatore speciale per il posteriore, “arma” che, tra l’altro, è stata brevettata. Dopo innumerevoli test, modifiche e tanto sudore la prima uscita ufficiale.
carrozzine“ Un successo – dice Ravasi – tanto che abbiamo cominciato a pensare in grande: il nostro sogno è realizzare una carrozzina elettrica per il wheelchair hockey commerciabile su larga scala. Un sogno un po più complesso perché il progetto è completamente autofinanziato e gli sponsor sono pochissimi per uno sport che, in Italia e in Europa, non è proprio popolare”.
Le carrozzine attualmente in commercio, oltre a costare 15.000 euro, hanno numerosi problemi funzionali per lo sport in questione e devono essere modificate ed adattate, spendendo ulteriori soldi. La carrozzina targata Ravasi si contraddistingue per sicurezza, per prestazioni, semplicità d’uso e di manutenzione, ed ergonomia. Ha solo bisogno di una forte spinta economica. Per dirla in sintesi, di uno sponsor.

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