Olanda, febbraio del 1637. Scoppia la Bolla dei Tulipani, la prima crisi speculativa documentata del capitalismo. Cos’era accaduto? Era accaduto che, nel XVII secolo, era esplosa la mania per il tulipano, che nel 1636 era diventato il quarto prodotto di esportazione dei Paesi Bassi. Tutti volevano possedere un tulipano, tutti volevano venderne uno. Addirittura, almeno finché la legge olandese non lo proibì (ma la pratica continuò anche dopo), era possibile vendere tulipani appena piantati, quindi di fatto su carta. I prezzi seguirono la domanda e schizzarono alle stelle. Si arrivò a spendere qualcosa come 5000 fiorini, l’equivalente del costo di una casa; generalmente, il costo di un bulbo si aggirava attorno ai 300 fiorini, una cifra comunque molto considerevole.
Puntualmente, come sarebbe accaduto centinaia di volte a partire da quell’evento, il timore di una caduta della domanda spinse i commercianti a vendere in massa, cosa che determinò un crollo vertiginoso dei prezzi di mercato. Molti risparmiatori andarono in rovina, si verificarono suicidi.
Dalla Bolla dei Tulipani alla Bolla delle Criptovalute
Diversi studi recenti tendono a ridimensionare gli effetti della Bolla dei Tulipani. Si trattò senza dubbio di un evento a cui molti non erano preparati, che produsse delle conseguenze drammatiche per tante famiglie, ma ciò non si tradusse in un’invasione di cavallette per l’economia olandese. Ad ogni buon conto, è interessante rilevare delle similitudini tra quanto avvenne nel XVII secolo e quanto sta avvenendo proprio in questa fase con la Bolla delle Criptovalute.
Nel dicembre del 2017, il prezzo di un Bitcoin era arrivato a 20.000$, quello di un Ethereum a 1000$; dodici mesi dopo, il primo si scambia a poco più di 3000$, il secondo a circa 100$. Una caduta clamorosa e impensabile, ma non per tutti. Non erano mancate, infatti, avvisaglie in merito ad una possibile controtendenza. L’aspetto peggiore, tuttavia, non è questo. Secondo gli esperti, le oscillazioni tipiche dei mercati finanziari non riguarderanno le criptovalute, le quali sono invece destinate a proseguire nella loro caduta. Il picco dei prezzi, in altre parole, sarebbe già stato raggiunto. Non è facile stabilire se queste previsioni possano effettivamente concretizzarsi; non di rado, infatti, anche gli esperti più affidabili sono stati smentiti. Ci sono però degli elementi che portano a considerare il fenomeno delle Criptovalute una bolla ormai definitivamente esplosa.
Bolla delle Criptovalute, un crollo annunciato?
Come detto, non tutti sono rimasti sorpresi dal crollo del valore delle Criptovalute. C’era chi aveva messo in guardia circa i pericoli di una passione che aveva compiuto il cosiddetto passo più lungo della gamba. L’argomento dei Bitcoin e affini era finito sulle tavolate di qualsiasi famiglia, divenendo tema di dibattito su un piano decisamente diffuso. Troppo diffuso rispetto all’ampiezza del mercato. In fin dei conti, le bolle sono esattamente questo, un’attesa non congruo rispetto alla realtà. Puntualmente, il campanello d’allarme si è tramutato in un rintocco funebre. Il mercato delle Criptovalute non è stato in grado di assorbire l’attenzione che si era riversata su di esso, ed è semi collassato, producendo la classica mezza psicosi che conduce alla corsa alla vendita, e di conseguenza al crollo del valore del bene. Bene che, ricordiamolo, a differenza di una moneta tradizionale, non gode della tutela né dello Stato, né delle Banche Centrali, ma si fonda, come qualsiasi azione o obbligazione, sulla fiducia dei compratori. Troppo poco per uno strumento che, si pensava, potesse rivoluzionare il mondo delle transazioni. Va inoltre aggiunto che il mercato delle Criptovalute è caratterizzato da un’opacità e da una deregolamentazione che ormai non vanno più di moda tra gli investitori, senza considerare inoltre che la domanda di Bitcoin proviene perlopiù da paesi a basse opportunità di investimento. Insomma, una serie di cause che hanno determinato una conseguenza preventivabile.
Fine dei giochi? Macché, nel mercato finanziario è sempre tutto possibile. Per le Criptovalute, però, la strada sembra davvero troppo in salita.