C’era anche un giovanissimo monzese ai Mondiali di ciclocross che si sono recentemente svolti a Zolder in Belgio, su un percorso ricavato attorno alla pista dove un tempo correvano le monoposto di F.1 e dove nel lontano 8 maggio 1982 trovò la morte, durante le prove di qualificazione del Gran Premio, il mitico pilota della Ferrari Gilles Villeneuve. La Nazionale Italiana si è presentata con una squadra particolarmente giovane e, nella categoria Juniores, ha schierato un esordiente sedicenne, monzese di nascita e velatese d’adozione.
Stiamo parlando di Lorenzo Calloni, campione italiano nel 2013, con vittoria in solitaria a Vittorio Veneto nella gara degli esordienti del secondo anno, e nuovamente tricolore l’anno seguente, dominando la prova di Orvieto tra gli allievi del ’99 e relegando solo al settimo posto il fortissimo belga Jappe Jaspers.
Nel 2015, a Pezze di Greco in Puglia, nonostante un approccio determinato e particolarmente aggressivo, la tripletta è sfuggita al giovane brianzolo solo a causa di un guasto meccanico accusato dalla bicicletta che, sul più bello, ha messo in ginocchio il forte corridore di casa nostra. Restano, comunque, nel bilancio dell’anno la vittoria, tra gli allievi, nella trentasettesima edizione del Ciclocross Internazionale di Nommay, in Francia, classica prova del calendario UCI, e la maglia rosa finale nel Giro d’Italia di Ciclocross.
Questi risultati, uniti ai successi del 29 novembre scorso all’Increa Stadium nell’Internazionale di Brugherio, nella seconda tappa del Master Cross Selle SMP Ciclocross su Bassani e Xilo ed a Lurago d’Erba, alla vigilia di Natale, davanti a Marchetti e Picco, hanno indotto il commissario tecnico Fausto Scotti, sotto il coordinamento di Davide Cassani, a chiamare, a sorpresa, nella formazione azzurra il giovane monzese. Un primo contatto con lo stimolante ambiente in Coppa del Mondo e, poi, via di corsa in Belgio.
Così Lorenzo Calloni (Selle Italia Guerciotti Elite) si è trovato, di tutta fretta, a difendere i colori dell’Italia, per la categoria juniores, con: Michele Bassani (Work Service Brenta), Jakob Dorigoni (Team Südtirol Asd Campana Imballagg), Antonio Folcarelli (Promo Cycling) ed Edoardo Xillo (Assoc.Scuola Naz.Mtb Oasi Zegna).
Sul fangoso circuito di Zolder, la vittoria se l’è aggiudicata in modo netto l’olandese Jens Dekker, abile ad imprimere alla gara un passo irresistibile ed a chiudere solitario davanti ai francesi Mickael Crispin, primo atleta di colore a conquistare una medaglia ai campionati mondiali di ciclocross e Thomas Bonnet.
Lorenzo, partito in fondo al gruppo, come capita spesso agli ultimi arrivati, si è trovato in grandi difficoltà con il terreno pesante, poco adatto per spettacolari rimonte ed ha chiuso con il 44° posto in classifica, più che onorevole, considerando l’inesperienza internazionale, l’handicap patito allo schieramento e le condizioni ambientali.
“Una stagione per me decisamente ricca di grandi esperienze, questa appena conclusa – ci racconta il giovane ciclista monzese – che mi ha permesso di crescere tantissimo, raggiungendo traguardi importanti. Per me si è realizzato un sogno, soprattutto considerando che ho potuto correre nella squadra che, sin da esordiente, desideravo, il team Selle Italia Guerciotti, con Alessandro e Paolo Guerciotti, che ringrazio pubblicamente per l’opportunità datami e per tutto il supporto tecnico fornitom; poi il direttore sportivo Vito Di Tano, sempre prodigo di preziosi consigli, ed i miei compagni di maglia, dai quali ho avuto notevoli suggerimenti e collaborazioni tecniche. Un grazie è doveroso anche per tutti gli sponsor, che mi hanno messo a disposizione materiali stupendi e preziosi per il conseguimento dei miei obiettivi. Per non parlare di Fausto Scotti e Luigi Bielli, che mi hanno permesso di fare un’esperienza unica dalla Coppa del Mondo al Campionato mondiale di Zolder. Con il mio allenatore Giorgio Brambilla e con l’esperto Cristiano Meroni abbiamo fatto un ottimo lavoro. Determinante è stato, poi, il sostegno della mia famiglia, con papà Camillo e mamma Federica sempre in trincea sui campi di gara e con nonno Samuele, primo mio tifoso, da casa. Purtroppo in Belgio, partendo così indietro, mi è stato praticamente impossibile, considerando anche il terreno fangoso, ottenere un piazzamento migliore. Davanti, con la pista libera, i primi sono partiti a cannone e per noi poveretti nelle retrovie è stata dura farsi largo. Per la prossima occasione prometto un risultato migliore, anche se, dal punto di vista dell’esperienza, questa gara mi ha dato davvero molto’’.
Enzo Mauri