Il solerte ufficio comunicazione dell’Autodromo Nazionale c’informa della visita dei Capitani Reggenti della Repubblica di San Marino, Andrea Belluzzi (ex pilota, per chi lo ricorda) e Roberto Venturini, accompagnati dal Governatore della Lombardia Roberto Maroni. Tutti “gasati” per la storica pista, con il presidente lombardo che tuona: “Non c’è Formula 1 senza Monza”, mentre l’ex driver sanmarinese dice emozionato :”Mi sento come un bambino al luna park. Monza è la pista di casa”. Una volta però Imola, con San Marino alleato, aveva tentato di farci le scarpe, facendoci perdere un Gran Premio nell’80 e paventando poi un’alternanza del mondiale di F1 sul suolo italiano.
Diciamo che siamo tutti contenti e felici nell’avere queste ennesime conferme verbali, dopo quelle arrivate dal manager ferrarista Maurizio Arrivabene, ma ci rimane addosso la pesante situazione d’incertezza sul futuro del Gran Premio d’Italia a Monza, che, com’è noto, vede in scadenza il suo contratto con la FOM di Bernie Ecclestone. Inutile aggiungere che lo svolgimento del GP a Monza è assolutamente vitale per il futuro stesso dell’Autodromo Nazionale, checché ci raccontino i nuovi gestori dell’impianto che qualche tempo fa hanno parlato di un eventuale piano B, in caso di perdita della corsa iridata, pensando forse alle curve di Belen e non a quelle famosissime di Monza.
Sul delicato argomento nei giorni scorsi, in occasione della presentazione dell’Info Point turistico, aperto ufficialmente con tanto di giro cicloturistico nell’impianto, ci siamo a lungo intrattenuti con Ivan Capelli, presidente dell’Automobile Club di Milano, “mamma” della SIAS, la società che gestisce l’impianto, per saperne un pò di più e sperare in qualche risposta che potesse farci intravedere possibili soluzioni. Onestamente non le abbiamo colte.
La questione è direttamente proporzionale ai soldini che il vecchio Bernie chiede (una ventina di milioni di euro) che per il momento non si trovano, anche perché le casse dei gestori monzesi non godono di buona salute dopo i buchi emersi dalla passata amministrazione finita sotto la lente della magistratura.
Il budget richiesto poteva metterlo la Regione Lombardia (e Maroni si era anche detto disponibile) ma chiedeva una defiscalizzazione non possibile per legge, salvo un decreto governativo che, onestamente appare l’ultimo dei pensieri dei Premier Renzi, con tutte le noie che in questo momento ha il nostro Paesello. Venti milioni che non necessariamente devono essere dati per pagare Ecclestone, ma possono anche rientrare nel finanziamento di un piano più articolato per garantire il futuro dell’impianto, senza dimenticare il Parco o meglio il Consorzio del Parco e della Reggia di Monza nel quale la struttura motoristica è inserita. Immaginiamo pure che se la Regione mette questa somma sul piatto vuole poi avere un posto nel Cda, non l’ultimo di certo, e quindi si aprirebbe anche uno scenario relativo alla proprietà dell’impianto, oggi nelle mani dell’AC Milano attraverso la SIAS. Come dire, aggiungi un posto a tavola che c’è un amico in più…che però vuole comandare.
A fine maggio in occasione del Gran Premio di Monaco Bernie Ecclestone, uno che nonostante le 85 primavere non si accontenta di niente, aspettava una risposta da Monza e così a Montecarlo si sono presentati Ivan Capelli e il presidente della Sias Andrea Dell’Orto. Come sia realmente andata non lo sappiamo, perché non c’eravamo e anche se ci fossimo stati non ci avrebbero certo fatto entrare. I vari report dei colleghi della stampa confermano all’unisono che per l’incontro il diffidente Bernie ha preteso come garante il Presidente dell’AC d’Italia Angelo Sticchi Damiani, pare corso da Roma in tutta fretta.
Proprio la presenza del massimo esponente dell’Automobile Club tricolore fa aprire nuovi possibili scenari che esulerebbero dal Mugello, dopo le dichiarazioni del team principal della Rossa Arrivabene, il quale ha dichiarato che per lui “il Gp d’Italia è solo Monza”. Non a caso a questa pista il Drake Enzo era legatissimo. E se Arrivabene ha parlato in tal modo lo ha fatto magari consultandosi prima con il suo capo Marchionne, che forse sul tracciato toscano di proprietà del gruppo ha altre idee per la testa che non quella di “scippare” il Gran Premio d’Italia alla vecchia Monza, tanto cara alla Ferrari e ai suoi tifosi.
Non resta che giocarci la partita, con tutte le carte che abbiamo a disposizione, sperando di trovare il denaro necessario, ma è già saltato fuori il vecchio antagonista che la presenza dei Capitani della Repubblica di San Marino ci ha fatto tornare alla memoria. Il Sindaco di Imola Daniele Manca, manco a farlo apposta, è sceso in campo, fresco fresco, per presentare ad Ecclestone la candidatura della città emiliana. Vogliono rilanciare il circuito del Santerno e avrebbero pure i soldi per farlo visto che da quelle parti i colori delle Giunte comunali e regionali combaciano con quella del Governo. Marchionne pare schierato con Monza, a suon di dichiarazioni (“Monza non mancherà dai prossimi calendari del campionato mondiale. Se dovremo intervenire con Ecclestone per avere questa garanzia, lo faremo”) ma non dimentichiamoci che l’autodromo di Imola è dedicato ad Enzo e Dino Ferrari. Insomma, l’alternanza è dietro l’angolo.
Intanto, a venti chilometri dal capoluogo brianzolo, mentre da noi si presenta il Museo della Velocità, viene aperto il nuovo tracciato ex Alfa Romeo di Arese, con tanto di timbro Expo, adatto per collaudi e presentazioni. Ma non c’era già Monza vicino Milano?
Che dire? Per salvare l’Autodromo e il suo Gran Premio, c’è davvero tanto da pedalare.
Carlo Gaeta