Hanno passato tutta l’estate a togliere e mettere cartelli di segnalazione dei limiti di velocità e poi vien giù un ponte. Se non ci fossero di mezzo un morto e numerosi feriti, anche con tre bambini in codice giallo, ci verrebbe da fare qualche battuta sarcastica. In ogni caso quanto accaduto sulla super trafficata Statale 36 Milano-Lecco, nel cuore della Brianza, in un venerdì che precede un lungo ponte festivo, è gravissimo e chi non ha adeguatamente vigilato dovrebbe, come minimo, vergognarsi.
Proprio ad agosto avevamo scritto che i problemi lungo la famigerata Valassina non erano certo quelli collegati ai limiti di velocità, ridotti su tutto il percorso a 90 km/h e in molti tratti anche meno. Il provvedimento sapeva di ennesima vessazione nei confronti delle migliaia di automobilisti che giornalmente percorrono l’arteria. Sulla scia delle proteste, dal 18 ottobre nel tratto da Verano Brianza fino a Milano il limite era stato elevato ai 110 orari, con togli e metti di cartelli, come in un film di Gianni e Pinotto.
Si era detto e ripetuto che i veri problemi sulla SS36 erano soprattutto quelli di sicurezza dell’intera infrastruttura: svincoli, entrate, uscite, ponti, cavalcavia, buche, asfaltature e riasfaltature invece a luglio si era preferito virare verso un provvedimento di limitazione della velocità che, nella sostanza, era una sorta di ammissione dei problemi esistenti, ma con il classico modus operandi italico: la strada in effetti fa schifo e quindi se andate piano è meglio, per tutti, soprattutto per noi che la gestiamo, visto che andare a 70 all’ora in certi punti è praticamente impossibile e quindi oltre la beffa il danno, viaggiare di m… e prendersi pure una bella multa.
Oggi alle 17.20 il grande pasticcio, che mette in mostra lo stato, con un prologo nel primo pomeriggio, intorno alle 14, quando alcuni automobilisti di passaggio hanno notato qualcosa che non andava sotto il ponte nr. 17 sopra il quale passa la SP 49 che da Annone porta verso Cesana Brianza. Un cantoniere, tale Tindaro, lancia un primo allarme, perché sull’asfalto sottostante sono caduti diversi calcinacci. Inizia la solita prassi burocratica. Non bastano le telefonate, bisogna scrivere. Arrivano i tecnici dell’ANAS ma non bastano da soli. Ci vogliono anche quelli della Provincia di Lecco. Dopo un primo sommario sopralluogo, si decide di chiudere al traffico locale una corsia della provinciale che attraversa il ponte. Si dovrebbe chiudere anche l’altra, ma passa il tempo. Mentre si rimuovevano i calcinacci, la Polizia Stradale intervenuta ha rallentato il traffico sulla Valassina.
Tre ore più tardi la disgrazia: sulla SP49 arriva un pesantissimo TIR di trasporto eccezionale e il cavalcavia cede di schianto. L’automezzo si abbatte sulla sottostante SS36 e schiaccia un paio di vetture in transito, un’altra auto cade e una rimane in bilico. Un morto e 10 feriti, nel momento del quale scriviamo questo commento. Ed è andata già bene, tenuto conto che il venerdì sera la Valassina è trafficatissima. Oggi ancor più, visto che inizia il “ponte dei morti” e in molti si recano per il weekend verso le nostre montagne.
Appare chiaro che Provincia di Lecco e ANAS hanno finito per perdere tempo prezioso per un rimbalzo di responsabilità sulle rispettive competenze (la SS36 è gestita dall’ANAS e la SP49 è della Provincia) e così nessuno ha preso la decisione di chiusura totale che in via cautelativa andava presa subito. Non si poteva ascoltare un semplice cantoniere che avrebbe potuto anche prendere la più classica delle cantonate, ci voleva almeno un capo cantiere, un responsabile. Inoltre la chiusura doveva essere ordinata dal proprietario della strada, in questo caso dalla Provincia. Ma non esiste una procedura d’emergenza? Non si poteva intanto chiudere il tratto della SS36? Chiudi tu o chiudo io, non ha chiuso nessuno. Ci rimangono impresse le immagini di una disgrazia che poteva avere dimensioni ben più gravi.
C’è di mezzo anche uno sfortunato autista bulgaro che si è salvato per miracolo ed è in ospedale con trauma cranico o ossa rotte. I TIR su quella strada ci passavano da sempre, più o meno pesanti, visto che siamo in una zona di siderurgia e di aziende. Quanto tonnellate poteva reggere quel maledetto ponte?
C’è poco da aggiungere. Ci rimane la rabbia, tanta questa volta. Perché quella maledetta strada la percorriamo mille volte l’anno e in tante occasioni abbiamo personalmente verificato il deterioramento. Perché siamo nella “ricca” Brianza che da tempo mostra diverse falle.
Carlo Gaeta
http://www.brianzapiu.it/nuovi-limiti-sulla-ss36-valassina-presto-la-mattanza-delle-multe/