Inaugurato timidamente nel 1999 come forma alternativa di comunicazione a supporto dell’attività della Totem Immobiliare srl di Monza, Calend’Arte nel corso del tempo questo evento si è ritagliato uno spazio e una visibilità autonoma, diventando un appuntamento costante e ormai una piacevole tradizione nel panorama artistico monzese.
In questi vent’anni i responsabili della Totem Immobiliare hanno inteso esplorare e approfondire la conoscenza della produzione di diversi artisti del territorio, alcuni attivi anche a livello nazionale e internazionale. Tra le varie proposte succedutesi negli ultimi anni ricordiamo infatti la riproposizione dell’opera di Aligi Sassù, Agostino Bonalumi, Arturo Vermi, Gino Meloni, Gian Carlo Cazzaniga, ma anche Leonardo Spreafico, Luigi Arrigoni e Bruno Lattuada, Ermanno Pittigliani , Luigi Stradella, Mario De Leo e altri ancora.
“Calend’Arte è un’idea nata per passione verso il mondo dell’arte, in particolare della pittura moderna e contemporanea. Da vent’anni stampiamo e presentiamo al pubblico prima di Natale un calendario artistico dedicato a nomi illustri dell’universo artistico locale – ricorda Corrado Catania di Totem – Un’idea che ci permette di presentarci in modo diverso, ogni anno nuova nel contenuto, dando il nostro piccolo contributo all’arte, in linea con il nostro claim di “immobiliare a regola d’arte” ”.
Su Calend’Arte annualmente trovano spazio a 14 opere di un artista (12 per i mesi, due la copertina) scelte attraverso le segnalazioni che giungono da parte di collezionisti del territorio. Contemporaneamente alla presentazione del calendario artistico firmato Totem si svolge una mostra dedicata all’artista prescelto.
“Non è soltanto un modo diverso per comunicare la nostra attività, ma anche un modo differente per fare gli auguri di Natale e Buon Anno. Ne stampiamo ogni anno 1500 su carta di qualità, avvalendoci di una tipografia specializzata. – conclude Catania – Un grazie particolare va, come sempre, al Professor Pier Franco Bertazzini, storico dell’arte, che collabora nella scelta e nelle presentazioni del nostro lavoro, all’Assessorato alla Cultura del Comune di Monza, alla Cassa di Risparmio di Asti e al media partner bisettimanale locale Il Cittadino di Monza. Quest’anno la novità è la mostra in Villa Reale curata dal Centro Studi Liberi nell’Agorà dell’amico Bruno Santamaria”.
Per l’edizione 2018 l’artista protagonista dei dodici mesi è lo scultore monzese Giuseppe Locati.
“L’Arte e il Pensiero” questo è anche il titolo dell’esposizione che è stata anticipata al pubblico, alla presenza dell’artista, giovedì 30 novembre presso la sala conferenze de “Il Cittadino” in Via Longhi 3 a Monza. Locati è stato introdotto dai professori Luigi Marsiglia e Pier Franco Bertazzini, che scrive nel testo di presentazione: “Come pensatore, Locati sostiene la congiunzione tra le cose del mondo ed i pensieri della mente all’interno della parola del linguaggio. Deluso dai risultati del “pensiero debole”, diffuso e prevalente, propone un nuovo modo di pensare….Locati ha avuto una vita, culturale e artistica, lunga, florida e corposa, soffertamente meditata e indagata, alla fine liberamente e coraggiosamente definita, da artista e pensatore”. Ha esposto in Gallerie prestigiose di New York,Tokio,Londra, Roma, Milano.
Dal 15 dicembre fino al 31 gennaio 2018, da non perdere, e per la prima volta in assoluto, presso gli appartamenti reali della Reggia di Monza sarà possibile visitare la mostra dedicata alle sculture di Giuseppe Locati. L’esposizione, curata dal Centro Studi Liberi nell’Agorà, verrà inaugurata il 14 dicembre alle 18.30 con una visita guidata. Presso il Teatrino della Villa Reale è previsto l’incontro di presentazione.
(a cura di Carlo Gaeta)
La filosofia visiva di Giuseppe Locati
Giuseppe Locati nasce nel 1939 a Monza; ha iniziato il suo percorso formativo frequentando nel ’52 i corsi della “Famiglia artistica monzese”; due anni dopo, appena quindicenne, la prima mostra all’Arengario.
Ingegnere e imprenditore affermato, Locati è scultore, filosofo e scrittore, avendo al proprio attivo diverse pubblicazioni tematiche proprio sul senso ultimo dell’arte, del pensiero, del tempo e della bellezza in rapporto all’essere umano in ogni epoca, in particolare nell’evoluzione dell’arte nel XX Secolo fino ai giorni nostri.
Locati ha iniziato a dipingere giovanissimo. I dipinti d’esordio – la pittura e il disegno del resto non sono mai stati da lui abbandonati o tralasciati – sono incentrati sull’osservazione della natura, in adesione al paesaggismo lombardo. Sguardi di periferie urbanizzate, cascinali, vedute del Parco di Monza, per spingersi magari fino al Lambro o sulle rive dell’Adda morlottiana. E nature morte, in bilico tra l’evocazione astratto-geometrica di Paul Cézanne e la luce di Giorgio Morandi.
E’ questa la fase figurativa legata alla ricerca del bello dell’ispirazione.
Successivamente e conseguentemente agli studi scientifici, in particolare sulla geometria euclidea, egli scopre un nuovo tipo di bellezza derivante dal fascino delle costruzioni mentali, ossia della meditazione. Il bello dell’ispirazione sommato a quello della meditazione dà luogo a una bellezza integrale, umana. Nelle sculture più recenti qui in mostra, si ritrova un concetto di base che vorrebbe le sue opere come la grafia del suo pensiero. Un pensiero che alla fine giunge alla evidenziazione di un atomo di base. E’ l’”entità” costitutiva di una realtà integralmente umana, cioè sia materiale che spirituale.
Le sculture di Locati – geometricamente astratte e focalizzate sulla ricerca dei materiali – superano il richiamo al Costruttivismo e all’Arte nucleare, divenendo delle forme concrete di pensiero, lineari, speculari e riflettenti o aggrovigliate in un glomerulo che esplode con particelle cromatiche puntiformi rosse, gialle o arancioni, colori che identificano stati d’animo e sensazioni istantanee.
Il modo di procedere di Locati nell’abbozzare su carta le proprie opere, che saranno successivamente eseguite nei materiali prescelti (bronzo o altri metalli anche innovativi), è sia istintuale che ragionato, basandosi tanto su gesti rapidi e “necessari” quanto su un’”idea”, un progetto iniziale e finale a cui tendere.
La sua attenzione si concentra, negli anni Settanta, sulle “entità del pensiero”: vale a dire le proiezioni della mente con cui tentiamo di dare un sembiante più o meno definitivo alla realtà. Ed è un accorgersi che la precisione matematica della geometria euclidea, vantata dalla tradizione alessandrina e dal pensiero classico, non esiste affatto. Perciò Locati inizia a dipingere Schemi logici – simili a schede del computer intercalate da un codice prettamente binario – e a realizzare strutture solide: quasi cubi o quasi parallelepipedi che si discostano dalla verità vera, matematica, che la forma geometrica dovrebbe esigere da loro.
Infatti nell’opera Quasi cubo ritroviamo ribaltata la cognizione ordinaria che pretendiamo di possedere nell’ambito di elementi certi, racchiusi al contrario nella totale incertezza, del tipo: Linea quasi retta, puntiforme eppure priva di un punto d’origine; e quel quasi rimette in discussione l’esperienza di base dell’osservatore.
In questo periodo si evidenzia il confronto tra Pagine di pensiero ed Entità di pensiero. Sculture filiformi, totem ascensionali, tenui ed evanescenti steli ben radicati, dove sono stati innestati all’origine degli anelli cromatici. Pagine allargate che diventano delle bande di risonanza verticali su cui riposano, ai piedi, glomeruli di colore. Le stesse pagine si ritorcono per estendersi spazialmente nella serie del Pensiero in alluminio e ottone cromato, così da sembrare tanti concetti contraddistinti da una leggera pesantezza e pronti a rientrare su stessi, accavallandosi e disponendosi oltre la superficie, scavandola anzi per penetrare in essa. Sculture laminate e colorate che si intersecano salendo e discendendo. Corpuscoli geometrici gialli e rossi, colori primari appaiati oppure distanti su un piano in divenire. Sculture nate o pensate (termine quanto mai funzionale in Locati) per essere monumentali e che tornano a essere filiformi attraverso inserti frammentati e corpi colorati…
I testi integrali e le immagini delle opere sono presenti nel volume monografico Giuseppe Locati. L’arte e il pensiero (Giorgio Mondadori editore) in vendita presso il bookshop della Villa Reale