Sabato 20 febbraio ricorre il trentesimo anniversario della tragica e prematura scomparsa di Giovanni Cappelletti, Presidente del Calcio Monza dal 1972 al 1980, il grande Pres biancorosso, re del vecchio ‘Sada’, il Pres dello spareggio di Bologna con il Pescara nel 1979, della ‘A’ mancata d’un soffio. Sarebbe bastato che Valter Salvioni, attuale allenatore biancorosso ed allora giocatore del Foggia, avesse messo a segno un ‘calcio di rigore in movimento’’, a pochi minuti dal termine della gara, poi persa di misura con il Pescara, nell’ultima giornata del campionato 1978/’79 e gli abruzzesi, con ogni probabilità, non avrebbero finito la stagione al terzo posto, a quota 48, al fianco del Monza e non ci sarebbe stato bisogno della partita supplementare al ‘Dall’Ara’ per decretare la terza squadra da promuovere nella massima serie, con Udinese e Cagliari.
E’ storia arcinota ai monzesi come andarono le cose quell’anno, con il Pescara vittorioso per 2-0, con i gol di Pavone ed autorete di Giusto, di fronte a circa 35.000 tifosi abruzzesi e poco più di 3.000 intimoriti supporter brianzoli, una sorta di sfida Davide contro Golia trasferita nel mondo del calcio.
Il Monza Club, su iniziativa del super tifoso Angelo Scotti, la mente storica vivente delle vicende biancorosse, organizza, per sabato 20 febbraio, giorno della funesta ricorrenza, una sentita commemorazione presso il cimitero monzese di viale Ugo Foscolo, con ritrovo per tutti gli sportivi brianzoli, fissato per le ore 10, presso l’ingresso principale del camposanto.
Senza essere cattivi, ci auguriamo, solo, che gli attuali giocatori biancorossi, il tecnico Valter Salvioni ed il direttore sportivo Filippo Antonelli Agomeri abbiano il buon gusto di non partecipare alla commemorazione. Con il glorioso Monza del grande presidente Cappelletti loro, proprio, non hanno nulla a che spartire. Non vorremmo che il Sciur Giuan finisse, come si suol dire in questi casi, per rivoltarsi nella tomba, considerando la situazione della compagine brianzola, mai scesa così in basso, decima in classifica in serie D, dopo la settima giornata di ritorno, a 33 punti dalla capolista Piacenza ed a 5 dalla zona play off, obiettivo dichiarato dai vertici societari, alla terza battuta a vuoto consecutiva, con quattro sconfitte tra le mura amiche nelle ultime cinque gare disputate, contro anche avversari rispettabilissimi ma modesti come la Virtus Bergamo ed il Ciliverghe.
Unica eccezione si potrebbe fare per il presidente Nicola Colombo, discendente di una famiglia che è sempre stata vicina al Calcio Monza e che, solo perché evidentemente mal consigliato ed alle prime armi al timone di una società sportiva, sta pagando uno scotto piuttosto alto, dopo aver rilevato quanto rimasto dal fallimento della scorsa estate.
La vergognosa disfatta si è consumata nel turno infrasettimanale di mercoledì 10 febbraio, quando i biancorossi hanno trovato il modo, rimanendo in dieci uomini, senza il portiere titolare, dopo neppure 4 minuti di gioco e beccando ingenuamente 3 reti nei primi 23′, di perdere in casa 1-3, niente meno che contro il pur simpatico e meritevole Ciliverghe. La squadra bresciana, della frazione di tremila anime del comune di Mazzano, che complessivamente conta poco più di dodicimila abitanti, per poter disputare gli incontri interni di campionato, deve recarsi, tutte le volte, in un piccolo campo in erba sintetica in località Molinetto, con una sola tribunetta per i tifosi e con la postazione stampa posizionata sul tetto del bar, con sedie per i giornalisti da riportare sistematicamente nel locale sottostante al termine di ogni incontro dagli stessi rappresentanti della carta stampata e dei siti web presenti. Non certo come il blasonato Monza, che può, invece, disporre, quando vuole, del Brianteo, con servizi abbastanza adeguati.
Contro il Ciliverghe, si è vista, forse, la più brutta partita della storia del Calcio Monza, davanti a 73 coraggiosi spettatori paganti, con il povero presidente Nicola Colombo, costretto ad abbandonare lo stadio al termine del primo tempo, per non rischiare preoccupanti problemi cardiaci. Abbiamo anche osservato, con i nostri occhi e con un velo di tristezza, un padre trascinare fuori dalla tribuna del Brianteo, sotto i posti riservati ai giornalisti, un bambinello infreddolito e sbigottito, ad una ventina di miniti dal termine dell’inguardabile match, ritenendo lo spettacolo, oltre che noioso, per certi versi, quasi diseducativo per un ragazzino. Alla faccia del programma di allenamenti negli oratori, programmati per onorare gli impegni presi dalla società biancorossa con il CSI e partito nelle ultime settimane!
Finora non ha dato i risultati sperati il cambio dell’allenatore, con Salvioni fortemente voluto dal direttore sportivo Filippo Antonelli Agomeri, lo stesso che ha portato in Brianza una serie di giocatori dimostratisi quanto meno non idonei alla categoria. L’ex tecnico del Lugano, fermo da due anni, dopo una carriera d’allenatore non proprio esaltante, ha conquistato 5 punti nelle sei gare disputate alla guida dei biancorossi, con una sola vittoria, due pareggi e ben tre sconfitte, un cammino da retrocessione, con la zona play out che ora dista solo 8 lunghezze in classifica dalla compagine brianzola.
A questo punto, per dirla con il titolo dell’indimenticabile film diretto ed interpretato da Roberto Benigni e Massimo Troisi nel 1984: non ci resta che piangere!
Enzo Mauri