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Brugherio, i bimbi di Chernobyl… 30 anni dopo


Brugherio Associazione Kupalinka-gruppo

Il gruppo dell’Associazione Kupalinka di Brugherio

Chernobyl, 30 anni dopo. Fra poche settimane gli oratori, le parrocchie, le associazioni, ma soprattutto migliaia di famiglie lombarde, tantissime in Brianza, torneranno ad ospitare come ormai fanno da tre decenni i bambini provenienti dalla Bielorussia che ancora devono fare i conti con il disastro nucleare di Chernobyl. Tantissimi sono diventati degli uomini e con queste famiglie hanno mantenuto un ottimo rapporto, ma la gran parte di quelli che passano dalle due alle tre settimane in Lombardia oggi, sono bambini dagli otto ai quindici anni.

A Brugherio l’Associazione Kupalinka, con il patrocinio del Comune, organizza per sabato 21 maggio, nella sala consiliare, in occasione del 30esimo del disastro nucleare, un incontro pubblico sul dopo Chernobyl.

Nove famiglie brugheresi, composte da iscritti dell’Associazione, accoglieranno nove bambini tra gli otto e i dodici dal 2 giugno al 1° luglio. «Il cambio dell’alimentazione, dell’ambiente e dello stile di vita consente ai bambini di recuperare naturalmente le difese immunitarie del loro organismo e smaltire una buona parte delle radiazioni assorbite, diminuendo il rischio di ammalarsi» spiega Elena Sala, una delle volontarie di Kupalinka.

Era il 26 aprile del 1986 quando lo scoppio del reattore 4 della centrale desertificò una intera regione cucasica, provocando migliaia di morti. I media hanno gradualmente messo da parte l’argomento e gran parte dell’opinione pubblica ritiene – erroneamente – risolta la situazione. Purtroppo la realtà è ben diversa. A 30 anni da questo che è il più grande disastro nucleare della storia, la situazione in Bielorussia, Russia, Ucraina è ancora gravissima: 5 milioni di persone vivono in zone radioattive, dove i livelli di contaminazione continuano ad essere elevati specialmente nelle derrate alimentari, provocando tumori e leucemie soprattutto nei bambini, che sono i soggetti più vulnerabili.

I dati sulla contaminazione del territorio (fonte: ARPA – Agenzia Regionale Prevenzione e Ambiente dell’Emilia Romagna) confermano il perdurare dei livelli di inquinamento delle zone interessate; la regione di GOMEL continua ad essere una delle più contaminate. Tra gli alimenti più contagiati, vengono segnalati i funghi, il latte e la carne, il pesce di fiume. Livelli di contaminazione piuttosto elevati vengono riscontrati inoltre anche nei campioni di legname, ancora molto utilizzati per la costruzione delle abitazioni (soprattutto nei villaggi).  

L’associazione Kupalinka, nata dalla volontà di alcune famiglie brugheresi di realizzare un progetto di ospitalità di bambini provenienti dalle zone contaminate della Bielorussia, con l’obiettivo di contribuire al rafforzamento del fisico e al miglioramento delle loro difese immunitarie, con questo incontro vuole riproporre ai cittadini questo dramma e nel contempo coinvolgere sempre più famiglie per dare ospitalità a questi bambini nei mesi giugno e luglio.

A tutte le famiglie interessate in questi mesi viene offerto un corso base di russo e una serie di informazioni di “avvicinamento”. L’Associazione provvederà a tutte le spese logistiche per i bambini durante il mese di accoglienza (incluso il viaggio aereo e un soggiorno marino).

Un gesto di umanità per evitare che il 30esimo anniversario faccia di Chernobyl solo un nome da consegnare ai libri di storia.

Chi volesse saperne di più può entrare in contatto con l’associazione tramite il sito www.kupalinka.it o via mail info@kupalinka.it.

Pierfranco Redaelli

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