Il pacioso Renato Mattioni lascia la Camera di Commercio di Monza, della quale è stato per 10 anni effervescente segretario generale, e vola verso nuove esperienze professionali nazionali. Al suo posto arriva la promettente Monica Mauri mentre l’Ente inesorabilmente si trasformerà in Camera Metropolitana, unendo Milano, Monza Brianza e Lodi. Un gran ben risotto (non alla monzese!); un calderone con ben 570 mila imprese. Un numero che fa tanta “scena” e sicuramente ha un bel peso “politico”, ma che indica in modo chiaro come la nostra Brianza, con le sue 90 mila imprese, finirà per disperdersi un questo “mare magnum” dove l’identità e il senso di appartenenza territoriale rimangono ormai un optional, come quello che le case automobilistiche regalano quando ormai il modello sta andando fuori produzione.
Renato Mattioni, segretario generale uscente della Camera di Commercio di Monza
Mattioni ha avuto il grande merito di aver dato vita nel 2007 alla Camera di Commercio di Monza, con tanti proclami e grandi aspettative, dopo tanta attesa e prima ancora che la Provincia MB prendesse corpo per poi venire azzerata due anni fa. Erano i tempi in cui si diceva che finalmente la Brianza produttiva aveva trovato la sua anima, il suo punto di riferimento territoriale, per attivare le giuste politiche di sviluppo e ribadire di essere uno dei grandi motori del Paese, un tempo anche d’Europa. Poi è sopraggiunta la crisi, la spending review, i tagli, (senza però mai tagliare emolumenti, prebende e rimborsi) l’abolizione delle province, e così anche l’idea della Brianza come area-sistema forte delle proprie virtù è andata bellamente a farsi benedire.
A quel paese l’hanno definitivamente mandata i soliti noti, quei brianzoli che si esprimono fieri ancora nell’idioma degli avi nei pochi salotti locali rimasti e che poi, quando si presentano a Milano, spiccino quattro parole in italiano e calano subito le brache pur di avere ancora sotto il culo una comoda e remunerativa “cadrega”. Coloro che localmente ormai non comandano più una beata, che hanno sorpassato da mo’ il tempo massimo per la pensione, che hanno venduto attività, che però, grazie ai soliti vecchi amichetti meneghini, imbalsamati su poltrone ammuffite, riescono a stare a galla fino all’ultimo respiro.
La Brianza ha fallito perché si è fatta rappresentare da questa gente, da personaggi capaci di saltare con ipocrisia da un tavolo all’altro, senza vergogna. Dagli stessi che andavano dicendo che la Provincia Brianza era necessaria e poi l’hanno rinnegata, senza nemmeno ascoltare le povere istanze provenienti da una base imprenditoriale spesso con poche idee ben confuse, mai in grado di esprimersi e alzare la voce, e quindi ridotta al silenzio assenso. La Brianza ha fallito perché anche le giovani generazioni, a parte rari casi, non hanno creduto nelle potenzialità di questa terra ed hanno pensato bene che Milano è più divertente e consona allo sviluppo delle loro imprese, senza calcolare che ogni volta che devono raggiungere la metropoli perdono quasi una giornata di lavoro.
L’amico Renato Mattioni lascia Monza con il grande peso di aver aperto e poi di fatto chiuso l’esperienza della Camera brianzola; di aver fatto prima credere al mondo che la Brianza era ancora forte, piena di idee, eccellenze e talenti da rivalutare, e poi di non essere stato capace di prendere per la collottola i suoi in Giunta, quando hanno perso la strada, folgorandoli sulla via che da Monza porta a Milano, “fulminandoli” con giusti consigli prima che potessero fare i danni che hanno poi fatto, senza un minimo di consultazione della pur grande base associativa, regalando Monza alla Camera di Milano, quando si poteva rimanere autonomi, forti di numeri che altre Camere non hanno.
Mattioni, da ospite in Brianza, aveva certamente mire professionali ben più alte e pure lui guardava alla vicina Milano dalla quale proveniva. Ci sta che il buon Renato non volesse terminare in provincia la sua carriera, ci sta pure che pensasse fortemente alla segreteria generale della Camera di Milano, ci sta l’ambizione personale, ma non ci sta l’aver abbandonato così l’idea Brianza, nella quale aveva sempre detto di credere, lasciandola in mano ad un gruppetto di personaggi che, senza ne arte e ne parte, hanno finito per sposare la causa di Milano per garantirsi una “cadrega”, non si sa poi quale e per quanto tempo ancora.
Mattioni va, con tanto di ringraziamenti, e arriva (nominata all’unanimità) Monica Mauri che ricopriva già l’incarico di Vice Segretario generale e di Dirigente dell’Area Sviluppo dell’Impresa e Armonizzazione del mercato e del Servizio Affari Generali.
Nel comunicato stampa diffuso, la Giunta camerale, il Consiglio, i Dirigenti e tutti i dipendenti dell’ente plaudono Mattioni, volato a Roma, che “ha accompagnato e guidato la Camera monzese fin dalla sua nascita, garantendo un alto standard qualitativo di servizi alle 90 mila imprese del territorio, oltre che il rafforzamento e il consolidamento della Camera di commercio a livello istituzionale”.
Carlo Edoardo Valli Presidente della Camera di Commercio di Monza
“Rivolgo alla dottoressa Mauri, a nome di Giunta e Consiglio, le mie più sentite congratulazioni ed i migliori auguri – ha affermato Carlo Edoardo Valli, Presidente della Camera di commercio di Monza e Brianza – Con la sua esperienza e competenza, che già abbiamo riconosciuto in questi anni, saprà guidare il nostro ente in un momento particolare per le Camere di commercio e per il nostro territorio, accompagnandolo nella ambiziosa sfida della creazione della Camera metropolitana, una delle più grandi a livello europeo che sarà al servizio di oltre 570 mila imprese.”
Valli dunque parla di percorso straordinario fatto e di ambiziosa sfida. Poi dovrà spiegarci meglio di che sfida si tratta e quale ambizione ci può essere nell’azzeramento di questo “straordinario percorso” e nella “svendita” di un territorio che fino all’altro ieri aveva rappresentato come presidente degli industriali e presidente del Comitato Pro Brianza Provincia. Se era un problema di costi, bastava semplicemente ridurli.
“Insieme in questo decennio abbiamo fatto un percorso straordinario – ha proseguito il Presidente Valli – Abbiamo costruito, grazie allo sforzo congiunto della Giunta, del Consiglio, dei revisori, del personale, una grande Camera per servire, non per servirsi. Insieme abbiamo saputo dare una visibilità inedita a una realtà nuova, come la Camera di commercio di Monza e Brianza che è diventata un punto di riferimento autorevole per il territorio, riconosciuto da tutte le istituzioni. Il dottor Mattioni é stato un grande motivatore per un bel gruppo. Ha saputo far crescere i talenti dei collaboratori e far convergere le capacità in un progetto comune.”
Monica Mauri, neo segretario generale della Camera di Commercio di Monza
Dunque arriva Monica Mauri, classe 1966, laurea in scienze politiche e dal 1992 nel sistema camerale “che assicurerà continuità alle molteplici attività dell’ente, nonché un presidio costante e puntuale in vista del delicato passaggio istituzionale che verrà compiuto nei prossimi mesi, con la costituzione della nuova Camera di commercio Metropolitana di Milano Monza Brianza Lodi” si legge nel comunicato.
“Ringrazio il Presidente e la Giunta per la fiducia che mi hanno riservato – ha dichiarato Monica Mauri, Segretario Generale facente funzione della Camera di commercio di Monza e Brianza– è sicuramente un onore accettare questo incarico di grande responsabilità. Nei prossimi mesi cercheremo di agire per il meglio, affinché la nuova Camera di Commercio Metropolitana, di cui la Brianza è un nodo fondamentale, si traduca in nuove opportunità e servizi vicini, diretti e concreti per le nostre imprese e il nostro territorio, in continuità con quanto già realizzato in questi dieci anni”.
Prendiamo atto e ribadiamo che Monza e la Brianza hanno perso la loro grande occasione. Adesso non resta che piegare il capo ai milanesi. C’è poco da sfogliar verze nel momento in cui la Camera di Monza ha deciso di unirsi a quella di Milano. Parlare oggi di Brianza come “nodo fondamentale” ci pare onestamente una presa per i fondelli. Poi per carità, la colpa è solo dei presunti imprenditori locali incapaci di autodeterminarsi e di trovare un’adeguata rappresentanza in grado di ribadire quel senso di appartenenza territoriale, quei valori e quelle peculiarità che un tempo avevano reso famoso il Made in Brianza. Però dovevamo capirlo subito, quando venne varato il discutibile, un po’ triste, logo (non ce ne vogliano gli ideatori) che avrebbe dovuto rappresentarci sottolineando l’eccellenza produttiva locale. Se quella era la sintesi del nostro essere, allora eravamo già alla frutta. E infatti stiamo sorseggiando un “ammazzacaffé” dal sapore amarissimo.
Carlo Gaeta
La Camera di Commercio di Monza e Brianza, alcuni numeri dal 2007
- Il Registro Imprese: oltre 566mila pratiche telematiche, più di 213mila certificati e visure erogati, 330mila documenti per l’estero, 50 Comuni convenzionati con il SUAP camerale.
- Tutela del mercato: 3800 verifiche metriche, 83.200 strumenti verificati, 4.800 ordinanze emesse per la sicurezza dei prodotti, 17mila carte tachigrafiche, 1500 domande di conciliazione.
- Innovazione e sviluppo: oltre 14 milioni di Euro per le imprese, quasi 27mila consulenze.
- Credito: 10 milioni di Euro per 2500 imprese agevolate.
- Internazionalizzazione: 10 mila imprese portate all’estero, oltre 6 milioni di euro per voucher, più di 400 tra fiere e missioni.
- Formazione: 15 mila partecipanti a 700 corsi di formazione, 7 milioni di euro investiti, circa 12 mila contatti tra Sportello Punto Nuova Impresa, Sportello design e Sportello Lavoro.
- Marketing e turismo: oltre 11 milioni di Euro, 150 educational tour/incoming operatori del settore, valorizzazione del marchio Made in Brianza, sostegno al Consorzio Villa Reale, realizzazione Triennale Design Museum.