Esce il prossimo 31 ottobre “Dylan Lombard – el mej de Bob Dylan in lengua mader“, traduzione a quattro mani dei lombardi Pietro Cociancich e Renato Ornaghi delle più celebri canzoni del menestrello di Duluth, Premio Nobel per la letteratura, icona mondiale della canzone folk popolare nel senso più genuino del termine. Per la prima volta si potranno ascoltare le più celebri canzoni di Dylan nell’idioma lombardo, ma la vera novità è che viene per la prima volta utilizzato nella traduzione il cosiddetto Lombardo Comune: una grafia semplificata che ha le carte in regola per diventare la koinè utilizzabile nella comunicazione scritta, per tutta la Lombardia.
“Non c’è nulla di politico in questo nostro lavoro. Questa è un’operazione di cuore e di cultura. Di salvataggio di una lingua. Nulla più. Chi vuole dare per forza connotazioni politiche a questo libro-Cd sbaglia” ha sottolineato Renato Ornaghi a Radio 2.
«Abbiamo lavorato per oltre tre mesi, già da prima che dall’Accademia svedese decidessero di assegnargli il premio Nobel – ha spiegato Ornaghi -. Abbiamo scelto Bob Dylan per ciò che rappresenta, perché è un simbolo e perché le sue melodie sono molto note e quindi permettono meglio di riscoprire il Lombardo».
Tutti sono invitati a Sirtori, nel cuore della Brianza, al Nuvole Barocche di piazza Broschi 17, sabato 29 ottobre per l’anteprima ufficiale.
Il 27 settembre scorso la Regione Lombardia ha promulgato infatti una nuova legge regionale che punta a valorizzare la lingua lombarda con l’obiettivo di fare in modo che l’idioma regionale venga tutelato, valorizzato, ma soprattutto ancora utilizzato in tutte le modalità espressive.
Il Lombardo è una lingua riconosciuta sin dal 1981 come “minoritaria” europea (Rapporto 4745 del Consiglio d’Europa), censita dall’UNESCO (ISO 639-3 lmo – Red book un endangered languages) tra quelle meritevoli di tutela.
Per svariate ragioni tuttavia, a differenza di altre lingue regionali italiane (il Sardo e il Friulano, per citarne alcune) questo status di “lingua” al Lombardo non è mai stato riconosciuto. Uno dei motivi è senz’altro dato dall’estrema ricchezza e abbondanza delle cosiddette varietà locali di tale lingua (i cosiddetti “dialetti” del Lombardo): quante volte abbiamo sentito dire che la lingua locale parlata a Como è diversa da quella di Pavia o di Brescia?
Affermare che il Lombardo è un corpo linguistico coerente, unitario e distinto dall’Italiano è però possibile basandosi su tre elementi fondamentali, presenti in questo idioma dal Ticino al Mincio e dal Po alle Alpi: la sostanziale comprensione reciproca, un ampio lessico di base in comune, una morfologia e sintassi omogenee. E questo, senza che sia mai stata fatta alcuna azione di formazione pubblica a livello mediatico e men che men scolastico. L’argomentazione che è addotta per affermare che il Lombardo non ha status di lingua è basata sul fatto che non esiste uno standard univoco in forma scritta valido per tutta la Regione. Molti si sono cimentati in questo importante ed encomiabile lavoro di unificazione linguistica, tuttavia gli esiti delle proposte emerse non hanno mai trovato il consenso indispensabile per fare germogliare la pianta.
Ad avviso di Pietro Cociancich e Renato Ornaghi (ideatore del Lombardo Comune il primo, traduttore ed esecutore delle canzoni il secondo), gli elementi di successo per una proposta linguistica unitaria hanno da essere, per quanto possibile, la semplicità e soprattutto il mantenimento delle prassi esistenti in forma scritta nei vari territori lombardi, ponendo mano a minime varianti lessicali e grafiche, in modo da offrire uno strumento linguistico accettato e condivisibile.
La proposta per il Lombardo utilizzata in Dylan Lombard, denominata Lombardo Comune, è stata immediatamente messa alla prova con la traduzione del più carismatico ed emblematico tra i cantautori, quello più connesso all’identità folklorica di un popolo e di un territorio. Ciò per mostrare sin dall’inizio come sia possibile utilizzare il Lombardo Comune in forme di scrittura e traduzione “sfidanti”, senza alcuna subalternità o complessi di inferiorità. Dylan Lombard vuole però essere solo il primo passo, per una proposta linguistica che superi i localismi e garantisca finalmente una koinè unitaria alla Regione italiana che nel Rinascimento era detta “giardino d’Europa” e che ancora oggi è senza dubbio alcuno la più bella al mondo: la Lombardia.
Guarda Il video Comè un Sass Borlant, versione in lombardo della celebre Like a Rolling Stone di Bob Dylan.
Dylan Lombard – Playlist
- Forever young – Semper bagaj
- The times they are a-changin’ – I temp, debon i cambien
- Blowin’ in the wind – La bofa in del vent
- Mr. tambourine man – Scior cont el tamborin
- I want You – Te vœuli
- Positively 4th street – Bell content a Magritt
- It ain’t me, babe – Son nò mì, tosa
- The mighty Quinn – Ris con l’erborin
- Lay lady lay – Tosa vegn chì
- Subterranean homesick blues – Sotteron in del sò bus
- Knocking un the Heaven’s door – Picà fort su l’uss del Cel
- Just like a woman – Giust ‘mè ‘na dona
- Hurricane – Gaetan
- It’s all over now, baby blue – Adess l’è finida, tosa in blœu
- All along the watchtower – Tucc intorna ai torr de guardia
- I shall be released – Me lassarann nà
- Make You feel my love – Fatt sentì el mè amor
- Like a rolling stone – Comè un sass borlant
Dylan Lombard, Plaquette con CD in omaggio
2016 – Opificio Monzese delle Pietre Dure
ISBN 9.788.896.174.143
www.opificiomonzese.it – opificiomonzese@virgilio.it