La BBC di Lesmo si fonde con la BCC dell’Alta Brianza per dare vita dal 1 dicembre 2017 alla nuova BCC Brianza e Laghi. L’ambizioso progetto di fusione per incorporazione lascia intravedere una sfida nella sfida: da una parte una risposta all’entrata in vigore della legge di riforma del credito cooperativo, dall’altra l’aspirazione a diventare una grande banca popolare per la Brianza, laddove questo territorio, un tempo identificato come area-sistema economico d’eccellenza, appare ancora piegato dopo l’onda d’urto di una crisi senza precedenti dal Dopoguerra a oggi. Mentre in molti fuggono verso la metropoli, nella speranza di trovare la manna, due banche, che annoverano una lunga storia sul territorio, ribadiscono valore e potenzialità riconosciute guardando proprio dentro il loro bacino di utenza, quel grande triangolo tra le province di Monza, Lecco e Como, fino ai laghi appunto.
Per noi che abbiamo sempre creduto in questa idea, in un’unica Brianza ancora vitale e in grado di esprimere valori economici importanti, è indubbiamente una gran bella notizia, al di là delle contingenze bancarie; dopo le sciagurate fusioni degli industriali di Monza con quelli di Assolombarda, della Camera di Commercio MB con quella di Milano e l’avvento della Camera di Commercio Metropolitana, un mare magnum con mezzo milione di imprese, dentro il quale il Made in Brianza perde ogni identità, con valori economici che verranno spalmati altrove, in unico calderone.
“I consigli di amministrazione delle due BCC hanno aperto un serrato tavolo di confronto in questi ultimi mesi per verificare l’esistenza delle condizioni per lo sviluppo di un progetto sinergico – si legge nel comunicato stampa – portatore di identità affini e che, salvaguardando la vocazione localistica, la centralità del socio e l’attenzione al cliente, sia capace di servire le rispettive comunità con nuovo slancio e valore aggiunto tale da permettere un rafforzamento reciproco”.
La Banca d’Italia ha rilasciato l’autorizzazione e ciò vuol dire, in sintesi, che le due BCC in questione possiedono tutti i necessari requisiti per fondersi. Soprattutto hanno un reale potenziale e bilanci sani per potersi strutturare in una “banca dalle maggiori dimensioni, solida ed efficiente, caratterizzata da una sana e prudente gestione, dotata di un modello organizzativo adeguato al contesto”.
La nuova BCC Brianza e Laghi sarà presente sul nostro territorio con 24 sportelli (8 nella provincia di Como, 9 in quella di Lecco, 7 a Monza Brianza) e sarà operativa in 117 Comuni (45 comaschi, 42 lecchesi, 28 monzesi e 2 milanesi), con filiali direttamente nei tre capoluoghi di provincia. Non ci saranno sovrapposizioni di filiali e solo sei Comuni delle rispettive zone operative sono comuni alle due banche. Un progetto ambizioso dunque, sottolineato dai dati aggregati (al 30 giugno 2017): 6032 soci, oltre 26mila clienti, 212 dipendenti, 1,7 miliardi di euro di montante (raccolta diretta e impieghi), 470 milioni di raccolta indiretta, fondi propri per quasi 100 milioni di euro, un Totale Capital Ratio e un Tier 1 Capital Ratio del 15,44%.
“Il nostro progetto vuole servire un territorio fatto di PMI – ha detto Giovanni Pontiggia, Presidente della BCC dell’Alta Brianza – Quello che nasce è un soggetto patrimonialmente tranquillo in grado di poter affiancare meglio le nostre imprese. E’ un’aggregazione coerente, sostenibile, strategica, ancorchè complessa e impegnativa. Possediamo tutti i parametri, ma ciò non significa che nasce una banca “somma” delle due, ma sono due banche che vogliono lavorare insieme, per fare un salto di qualità, con una coesione di livello valoriale. Ci siamo confrontati sul questo e abbiamo fatto emergere le varie sinergie con il preciso intento di guidare e non subire questo passaggio legislativo epocale. Il nuovo Statuto prevede che nel CdA ci sia sempre un rappresentate delle singole banche storiche. Sarà una sfida per tutti, anche per i dipendenti che dovranno accettare ruoli di riconversione per rispondere meglio alle necessità dell’utenza”. Tra le righe emerge anche la possibilità di aumentare gli affidamenti alle imprese del territorio, dando loro qualcosa in più rispetto ad oggi, grazie appunto alla dimensione più grande e quindi al maggior potenziale economico della nascente banca.
“Il mercato è radicalmente cambiato – ha sottolineato Carlo Maria Beretta, Presidente della BCC di Lesmo – Sono cambiate le leggi e così oggi c’è un mondo cooperativo nuovo da costruire per il quale il processo di fusione fra BCC rappresenta un primo passo fondamentale: in buona sostanza, dobbiamo metterci insieme per contare di più. Se non lo facessimo perderemmo irrimediabilmente un’occasione unica nell’attuale contesto storico, sarebbe come rinunciare alla nostra vocazione di società cooperativa locale inserita in un più ampio gruppo bancario nazionale. Siamo difronte a un cambiamento irreversibile e dobbiamo avere forza economica per presidiare adeguatamente l’ambito territoriale che da più di 50 anni occupiamo, affrontando insieme le sfide che abbiamo davanti”. Insomma, il mercato di riferimento rimane la Brianza. E’ questa è davvero una scelta di campo che condividiamo appieno, perché significa che una Brianza economica esiste ancora, laddove due banche storiche vogliono consolidare le proprie radici proprio su questo terreno, magari stimolando le banche di credito cooperativo confinanti (vedi Carate, Cantù, Valsassina) a mettersi in gioco per creare un unico, forte, istituto brianteo. Per la Brianza e la sua imprenditoria sarebbe davvero un bel toccasana e un punto di riferimento che oggi manca, con l’attivazione di un centro studi per il monitoraggio economico del nostro territorio, al fianco delle associazioni imprenditoriali rimaste a presidiarlo.
Alla presentazione della fusione, al fianco dei due Presidenti Pontiggia e Beretta, i due direttori generali Annibale Bernasconi (Lesmo) e Ernesto Mauri (Alta Brianza), consapevoli dell’impegnativo e delicato lavoro che li attende nei prossimi mesi.
Il piano di fusione verrà sottoposto all’approvazione delle assemblee delle due banche il 29 ottobre prossimo alle ore 10: per la BCC di Lesmo al Cineteatro S.Luigi a Concorezzo; per la BCC dell’Alta Brianza presso il Palasport di Alzate. Intanto sono previsti una serie di incontri con i soci a metà ottobre. Se non si saranno intoppi il 1 dicembre scatterà il piano industriale.
Riprendiamo a chiosa una citazione del Presidente Pontiggia: “Non esiste domani per una banca di credito cooperativo che non abbia saputo costruire oggi il suo futuro”. Sono parole di Franco Caleffi, illuminato economista, per anni alla direzione della Federazione Italiana delle Banche di Credito Cooperativo e Casse Rurali. Oggi più che mai questo vale anche per la nostra Brianza che da anni ormai non è capace di costruire il suo futuro. L’odierna notizia ci da una speranza.
Carlo Gaeta