La mostra ‘Ayrton Senna. L’ultima notte’, curata dal giornalista Mediaset Giorgio Terruzzi e dal fotografo di F.1 Ercole Colombo, che resterà aperta fino al 24 luglio presso il Museo della Velocità all’Autodromo Nazionale di Monza, offre una ghiotta opportunità per frugare nel cassetto dei ricordi, sportivi e non, che hanno legato il campione brasiliano al tracciato brianzolo e alla città.
La memoria ci riporta al giro più veloce ottenuto da un giovane Senna nelle prove di qualificazione del G.P. d’Italia di F.1 del 1985, in 1’25’’084, al volante di una Lotus-Renault, monoposto, a quei tempi, non certo delle migliori pur spinta da un gran motore. Senza neanche aver visto il responso cronometrico finale, il primo a decretare la pole del brasiliano fu il pilota di casa Tino Brambilla, appiccicato alle reti all’interno della seconda di Lesmo, vedendolo uscire in modo pazzesco dalla curva, con più di mezzo giro ancora da compiere. Ma l’orecchio fine del buon Tino non poteva sbagliarsi.
La corsa vide, poi, la vittoria del leader del mondiale Alain Prost, davanti a Nelson Piquet ed allo stesso Senna, autore di una bellissima gara. Il sudamericano risulterà, quindi, il pilota, dopo Fangio, Clark e Ascari, ad avere ottenuto più pole in rapporto ai gran premi disputati.
Quell’anno Ayrton Senna viene invitato dallo sponsor Reporter, noto marchio d’abbigliamento maschile dell’imprenditore Girombelli, a presenziare a Milano alla cena di gala presso il ristorante Arlati, tipico locale con cucina milanese situato in una traversa di Viale Zara.
Il pilota brasiliano arriva puntuale, tutto elegante, si fa fotografare, firma autografi, risponde alle domande dei giornalisti, si mostra molto disponibile con tutti, ma si oppone decisamente, seppure sempre con garbo, alle richieste di una caparbia signora lissonese, tale Gabriella Arosio, titolare di un negozio di abbigliamento nella via principale del paese brianzolo e di un caratteristico punto vendita nel Villaggio dell’Autodromo, dove il marchio Reporter era tra quelli più in vista. L’intraprendente donna, considerando i particolari piatti del ristorante, insisteva per far provare all’illustre ospite, notoriamente ligio alla dieta ed alla forma fisica, niente meno che la cotoletta alla milanese con osso, la classica ‘orecchia d’elefante’, specialità del posto.
Inutile dire che non se ne fece nulla. Con delusione della simpatica signora Gabriella, Ayrton Senna, declinò l’invito all’assaggio e lasciò il locale, prima degli altri, con la mente già rivolta alla pista monzese, da lui particolarmente amata, tanto che, poi, finì per vincere ben due edizioni del G.P. d’Italia, nel 1990 e nel 1992, entrambe al volante della McLaren, pur dovendo sopportare lo smacco di un’amara sconfitta nell’88 quando alla prima variante, a due giri dal termine della gara, con la strada ormai spianata verso la vittoria, incappò in una fatale incomprensione nel doppiare il francese Schlesser su Williams. Al traguardo, inaspettatamente, si presentarono i ferraristi Berger e Alboreto per la gioia dei tifosi italiani.
Nel 1992, durante le prove di qualificazione del G.P. d’Italia di F.1, il ciclista monzese Gianni Bugno, reduce dalla vittoria dal secondo mondiale su strada consecutivo, decise, sotto l’abile regia del noto fotografo Franco Varisco, grande amante delle due e delle quattro ruote, di donare al driver di San Paolo una bicicletta da corsa concepita, assemblata e personalizzata appositamente per lui.
Bugno dovrà attendere un bel pò nel paddock prima della consegna ufficiale davanti ai fotografi. Ayrton Senna è estremamente concentrato sulla gara, che, poi, vincerà con la sua McLaren-Honda, partendo dalla prima fila, con il secondo tempo, al fianco di Nigel Mansell su Williams-Renault, davanti a Martin Brundle ed a Michael Schumacher, entrambi su Benetton-Ford. Dopo più di un’ora di attesa, con il gruppo di appassionati che nel frattempo si era fatto sempre più numeroso attorno a Gianni Bugno ed alla bicicletta, ecco aprirsi il portellone del van hospitality della McLaren dal quale esce sorridente il pilota brasiliano in maniche di camicia, stringendo tra le mani il volante della sua monoposto. Un abbraccio tra i due personaggi sportivi, fra gli applausi dei presenti e gli scatti dei fotografi e, in un baleno, uno stupito Ayrton stringe tra le mani il manubrio ed il volante finisce tra quelle del felicissimo Gianni.
Storie d’altri tempi, mentre oggi ci dobbiamo accontentare degli “eventi” mediatici social, di chi balza alla ribalta delle cronache del web per aver pubblicato alcune fotografie scattate a Montecarlo in cui ritraeva, con un pezzo del tracciato in sottofondo, un modellino della McLaren guidata da Senna nel 1989. Per carità, nulla da obiettare, ma onestamente assurgere al ruolo di fenomeni internazionali per una trovata seppur simpatica ci pare troppo. Complimenti comunque a Daniele Spagnuolo, 28enne di Arcore, protagonista degli insoliti scatti.
«Dieci giorni fa, dopo una gara in kart disputata con alcuni amici in Liguria, ho deciso di visitare Montecarlo. Avevo con me un modellino della monoposto di Ayrton Senna e mi sono divertito a fotografare la vettura sovrapponendola alle strade del circuito cittadino. Ho pubblicato gli scatti su Facebook e Instagram, raccogliendo migliaia di like» dice soddisfatto il ragazzo e ne ha ben donde perché le originali fotografie sono state condivise dalla fanpage ufficiale di Ayrton Senna con oltre 6 milioni di fan e il museo del campione a San Paolo ha richiesto a Spagnuolo gli scatti per conservarli nell’archivio privato. Giornali e televisioni si sono così interessati alla curiosa storia, portandola a conoscenza del grande pubblico.
«Non mi sarei mai aspettato un simile riconoscimento. – conclude sorpreso Daniele (e ci crediamo) – Avevo scelto Montecarlo perché è la pista dove Senna ha trionfato maggiormente. Sono però legato sentimentalmente a Monza dove, dall’età di 4 anni, non ho mai perso un Gran Premio».
L’Autodromo Nazionale Monza ha così voluto regalare a Daniele un’esperienza unica sul podio e sulla pista, dove sono state scattate dal ragazzo alcune foto con il modellino della monoposto Lotus 98T condotta da Ayrton Senna nel 1986.
Enzo Mauri