Ancora qualche settimana e ci siamo. Come da tradizione, infatti, il mese di settembre metterà in scena il Gran Premio d’Italia all’autodromo Nazionale di Monza, valido come tappa per il calendario del Mondiale di Formula 1. Quello brianzolo è il quarto circuito più datato della storia dopo quelli di Brooklands, Milwaukee e Indianapolis e da tempo l’organizzazione del Gran Premio d’Italia rappresenta un patrimonio da difendere per tutta la Lombardia. Sono già più di 70 i Gran Premi che si sono disputati su questa pista, che ne fanno il circuito dove si è corso più spesso a livello professionistico. L’autodromo di Monza è inoltre il più veloce della Formula 1 con un record di 1’18″887 ad una media di 264,362 km/h: merito di Lewis Hamilton, che a quanto pare diede il meglio di sé in occasione delle qualifiche del 2020.
Trovandosi in Italia, non si fatica a credere che siano stati parecchi i piloti nostrani a scrivere il proprio nome nella storia di questo tracciato, ma alcuni vengono considerati ancora oggi come tra i più grandi campioni di sempre dell’automobilismo. Impossibile non ricordare Antonio e Alberto Ascari, padre e figlio uniti da un triste destino: entrambi hanno trovato la morte in pista all’età di 37 anni. Antonio era stato attivo negli anni ’20 e aveva disputato in tutto 4 Gran Premi, vincendo solo quello di Monza. Alberto, invece, fu campione del mondo in 2 occasioni: nel 1952 e nel 1953, registrando 3 affermazioni sul circuito brianzolo nel corso della sua carriera. Ad oggi Alberto Ascari è ancora l’unico pilota italiano ad aver vinto il titolo iridato in Formula 1. Senza quella prematura scomparsa, probabilmente i successi sarebbero stati molti di più.
Un altro nome memorabile è stato quello di Tazio Nuvolari, la cui carriera fu momentaneamente arrestata solo dalla seconda guerra mondiale. Il “Mantovano volante” ha faticato molto per ottenere risultati degni di nota, prima di essere riconosciuto da tutti come uno dei maggiori esponenti dell’automobilismo d’epoca. Nuvolari vinse a Monza per 3 volte: la prima, nel 1931, insieme a Giuseppe Campari, poi in solitaria nel 1932 e nel 1938. La sua vita non fu stroncata da un incidente, bensì da problemi di salute che lo colpirono dopo i 50 anni, quando era ancora in attività.
Buttando un occhio sulle scuderie piuttosto che sui singoli piloti, sono invece una ventina i successi registrati a Monza dalla Ferrari, il costruttore più vincente di tutti in Brianza. I primi trionfi furono proprio di Alberto Ascari, nel 1951 e nel 1952. 8 anni più tardi fu Phil Hill a festeggiare, ripetendosi l’anno seguente. Nel 1964 la gloria toccò a John Surtees e nel 1966 a Ludovico Scarfiotti. Clay Regazzoni vinse nel 1970 e nel 1975, mentre nel 1979 e nel 1988 a tagliare per primi il traguardo furono rispettivamente Jody Scheckter e Gerhard Berger.
Anche il leggendario Michael Schumacher vanta successi a Monza, precisamente nel 1996 (primo anno con la Ferrari), nel 1998, nel 2000, nel 2003 e nel 2006. Rubens Barrichello è riuscito a rubargli la scena solo nel 2002 e nel 2004. Le ultime gioie brianzole del “Cavallino” sono più distanti nel tempo: dopo la vittoria di Fernando Alonso nel 2010, è stato necessario aspettare 9 anni prima di vedere trionfare Charles Leclerc. Quest’ultimo è ancora oggi il pilota di punta della Ferrari e insieme al campione del mondo Verstappen risulta continuamente tra i favoriti per gli esperti di pronostici e scommesse sulla Formula 1. Non sono poche le possibilità che sia proprio lui a vincere il prossimo Gran Premio d’Italia.