Questa sera, 16 febbraio, alle 21 allo Sporting Club di Monza (viale Brianza 39) Anna Mancuso, presidente di “Salute Donna Onlus”, presenterà ufficialmente il suo libro “Dal cancro al Senato: viaggio di una vita coraggiosa”. L’evento è già sold out da alcuni giorni.

Noi ragazzi del muretto di via Zuccoli a Monza, laggiù al Cantalupo, una sorta di “ghetto”, mal concepito, di case popolari abitate prevalentemente da immigrati del Sud del Paese nostro e oggi ancora da immigrati arrivati però da posti ancora più a Sud e pure da Oriente. Un melting pot di dialetti, di cadenze, di modi di vivere, di umanità, dove il comune denominatore era ed è la sopravvivenza, con dignità.
Anna spiccava allora in questo crogiolo. Si faceva notare per il portamento e il modo di fare. Spigliata, effervescente, testarda, orgogliosa. Forte e bella. Caratteristiche che non ha mai perso, nonostante l’incedere della vita non è stato certamente quello della normalità che lei forse attendeva. Un destino beffardo, con un nome che spaventa, l’ha colpita fin da giovane e l’ha fatta crescere di botto, senza però mai toglierle la gioia di vivere e la forza per fare. Senza mai portarle via la bellezza, nonostante le mutilazioni subite. E oggi si presenta ancor più bella di prima, per ciò che è capace di raccontarci. Per la lezione di vita che ci regala.
Anna non si è mai fermata, anzi ha corso. Non ha mai perso la bussola, anche nei momenti in cui il mare era in tempesta e laggiù all’orizzonte il faro del porto non si vedeva. Anna si è sempre impegnata in prima persona, ci ha messo la faccia e il corpo pure. Ha gridato il suo dolore e la sua rabbia per le cose che non vanno in questo Paese. Per le donne che, colpite dal tumore, soffrono anche perché tanti servizi mancavano e continuano in parte a non esserci. Anna, imbracciando la mitraglia delle sue parole, ha portato avanti idee e progetti, per combattere la malasanità. Ha creato, lasciando un segno. Indelebile. Una strada da seguire. Salute Donna è cosa sua. Una sua grande invenzione che è il suo testamento vivente di come si può operare nel sociale, con obiettivi ben precisi.
Oggi presenta la sua fatica letteraria nella quale ci ricorda che bisogna avere coraggio e non dobbiamo arrenderci mai alle avversità della vita. E’ un contributo alla salute e al benessere delle donne (e ultimamente pure degli uomini), al sociale e alla sua città. Sono utili consigli, un monito a noi comuni mortali che quotidianamente ci abbattiamo per le piccole avversità della nostra comune esistenza che assume tratti eccezionali solo quando eventi non previsti la mutano e contemporaneamente finiscono per renderla unica. Solo allora ci rendiamo conto di quanto eravamo stati fessi prima, nel disperarci per nulla.
Anna Mancuso, dal cancro al Senato
Nel suo libro Anna Mancuso ripercorre la sua esistenza: figlia di emigrati che dalla Calabria si sono trasferiti in Brianza quando l’autrice era ancora una bambina, l’infanzia e l’adolescenza in un quartiere popolare, la voglia di riscattarsi e di realizzare sogni e aspirazioni.
L’esperienza della malattia e la decisione di fondare l’associazione Salute Donna Onlus per stare al fianco delle donne colpite dal tumore al seno e che dalla storica sede di Milano di via Venezian – davanti all’Istituto dei Tumori – oggi ha sezioni in tutta Italia.
Poi la grande esperienza della politica, una passione coltivata dai tempi degli studi universitari per mettere in atto le sue battaglie per favorire una migliore qualità della vita nel quartiere popolare in cui viveva , passione che, anche se per poco tempo l’ha portata fino al Senato della Repubblica.

Il tema dell’amicizia è un altro dei tanti capitoli del libro di Anna , ma quando lo declina in politica ecco che diventa “un sentimento rarissimo” scrive. Non mancano stoccate trasversali a tutti i partiti, e sopratutto alla perdita d’identità degli stessi. Malgrado tutto però, e nonostante le mille difficoltà, la sua passione e missione per il bene pubblico non vengono a meno.
Ho fatto mie anche parte delle parole scritte nel comunicato redatto dall’amica e collega Barbara Apicella e, in conclusione, mi limito soltanto a sottolineare la mia stima infinita per questa donna. Grazie Anna.
Carlo Gaeta


