Un ricordo scritto “a due mani” per l’amico Angelo. Un ricordo che attraversa tanti bei momenti vissuti insieme, prima al vecchio Sada e poi al Brianteo, passando per il Monzello, fino a fine luglio, quanto era mancato alla prima di Coppa Italia con il Matelica. L’ultima volta l’avevamo incontrato il 23 luglio alla presentazione ufficiale della squadra per la nuova stagione. Come sempre ‘a bordo’ della sua Graziella rossa. La stessa bici che lo accompagnava nei suoi consueti passaggi nel centro di Monza, dove lo conoscevano tutti. In particolare in via Vittorio Emanuele dove spesso teneva banco con le sue battute e le sue storie prevalentemente legate al mondo del calcio e in particolare ai colori biancorossi.
Angelo Scotti, quella volta che attaccò la “supercazzola” alla monzese
Così la mente scivola a tanti anni addietro. Fine Anni 70. Siamo davanti al bar Scarafiotti, nei pressi del Ponte dei Leoni, pronti ad andare all’Autodromo per le prove di qualificazione del Gp d’Italia. In pista c’è Vittorio Brambilla e non vogliamo certo far mancare il nostro supporto al pilota di casa. Mentre ci stiamo organizzando per partire a bordo di un Maggiolino Cabrio, ecco che arriva Scotti. Anche lui non vuole mancare l’appuntamento. Piccolo problema: è senza biglietto, ma si aggrega ugualmente al gruppetto. Così ci ritroviamo in cinque con quattro pass personali, più quello per l’ingresso auto. Scotti salta in macchina con noi e intanto che viaggiamo verso l’ingresso di Vedano mette in moto la sua fervida astuzia, degna della famosa “supercazzola” del mitico film Amici Miei. Poco prima dei controlli, si fa consegnare i cinque accessi (macchina compresa), si alza al centro della vettura scoperta e richiama l’attenzione di uno degli addetti all’ingresso. E qui viene il bello. Con il suo slang tipicamente munsciasco, attacca un “maniglione” matematico: “Tà se bùn da cuntà?”. L’addetto rimane sorpreso, mentre Scotti incalza con in mano i cinque cartoncini. “Te vist? Vün, dü, trì, quater, cinch!” sottolineando la corrispondenza tra il numero dei ticket e gli occupanti della macchina, che, come d’incanto, sparisce dalla conta. Il controllore va in ‘bambola’, mentre all’ingresso si forma la fila. Nella generale confusione che scaturisce dai conteggi farlocchi, Angelo, l’unico ‘irregolare’ della combriccola, tiene banco e alla fine ottiene il risultato: il Maggiolino con tutti gli occupanti entra in Autodromo.
In tempi più recenti, negli Anni 2000, Angelo Scotti l’abbiamo spesso ritrovato in Autodromo con tanto di pass da fotografo. Piccolo particolare: non aveva neppure una Polaroid al collo. Faceva da autista accompagnatore al grande reporter Erminio Ferranti e poco c’è mancato che finisse in pista, sfoderando sempre la sua verve condita dal solito slang.
Personaggio unico, Angelo Scotti è stato per più di 60 anni sempre presente nei momenti topici del Monza calcio e non solo. Un pezzo della vecchia Monza con lui se ne va.
Angelo Scotti, lunedì 13 agosto l’ultimo saluto a San Gerardo
Nel primo pomeriggio di lunedì, 13 agosto, con inizio del rito funebre alle ore 14.30, presso la chiesa di San Gerardo, si terranno i suoi funerali. Stessa chiesa, stesso giorno, il lunedì, stesso momento, il primo pomeriggio, che, due mesi fa, avevano salutato un altro grande, anche se in campi tanto diversi, della storia della nostra città, il professor Pier Franco Bertazzini. I due si conoscevano molto bene, tanto che il buon Angelo era presente alle esequie dell’ex preside e si era soffermato a lungo sul sagrato della chiesa per ricordare ad amici ed anche al figlio Luca il particolare attaccamento al suo ex sindaco.
I ricordi, da lui evocati nella circostanza, risalivano a metà Anni Settanta, quando i biancorossi lottavano spesso per la promozione in serie A. Scotti cita un memorabile Monza-Cagliari (con Gigi Riva al centro dell’attacco dei rossoblu isolani) quando pensò bene di chiamare a raccolta tutti i tifosi cittadini, issando sul balcone della Parlera dell’Arengario un enorme e sventolante vessillo biancorosso. Pochi minuti ed ecco l’intervento dei vigili urbani, con l’ordine di togliere immediatamente quanto esposto al pubblico. Il super tifoso, di tutta risposta, prese la strada del vicino municipio, e più precisamente dell’ufficio di Bertazzini. Una rapida spiegazione, in puro dialetto monzese, delle motivazioni del suo gesto ed il bandierone potè tornare subito a sventolare, con il permesso firmato dal primo cittadino. L’obiettivo era stato raggiunto: vecchio Sada stracolmo e Monza imbattuto al cospetto di una delle squadre più blasonate del torneo cadetto di quell’anno.
Questo era Angelo Scotti e questo era Pier Franco Bertazzini, sempre pronto ad ascoltare le ragioni di tutti, anche quelle di un umile tifoso, presentatosi in Comune in tuta e scarpe da ginnastica per perorare la causa di un attaccamento smisurato ai colori della propria squadra.
Adesso al presidente del Monza 1912 Nicola Colombo il compito di mantenere l’impegnativa promessa della promozione in serie B entro il 2020 ‘concordata’ proprio con l’irriducibile Angelo, al quale forse sarebbe proprio il caso di dedicare un settore dello stadio Brianteo.
Enzo Mauri
Carlo Gaeta