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Alla Reggia di Monza “Emozioni senza tempo”

Brianza Acque

La Sala Meritalia della Villa Reale di Monza ospita dal 23 al 30 settembre “Monza. Emozioni senza tempo”, mostra che vede una donna e un uomo protagonisti dell’arte monzese dello scorso secolo, Pina Sacconaghi e Anselmo Bucci, e due rappresentati dell’attuale panorama artistico di Monza, Franca Bartesaghi e Giuseppe Ayna.
Di Bucci, in realtà, è esposto solo un bellissimo ritratto della stessa Pina Sacconaghi, mentre dell’artista scomparsa ci sono in mostra 6 opere. I due artisti contemporanei hanno invece a disposizione due pareti a testa per dare un assaggio della loro produzione. Un sorta di doppia citazione sul passato e sul presente dell’arte monzese che merita una visita attenta ed introspettiva in grado di emozionare il visitatore, oltre il tempo e lo spazio. 

Sabato 26 settembre si è svolto l’incontro con gli artisti accompagnati dallo storico dell’arte Giacomo Cazzaniga. La mostra è organizzata dal Club Monza Azzurra presieduto da Massimiliano Longo. 


Pina Sacconaghi
Pina Sacconaghi

Nasce a Monza il 20 settembre del 1906, educata all’arte dalla madre Cesarina Levati, allieva del pittore Paolo Borsa, intraprende gli studi alla prestigiosa Accademia di Brera a Milano sotto la direzione didattica di artisti come: Rappetti, Campestrini, Fei, Cattaneo ed Eva Tea per la storia dell’arte. Conclude la formazione superiore seguendo le lezioni del pittore Giuseppe Palanti e dell’incisore Giuseppe Guidi. Nel 1931 si diploma brillantemente all’Accademia milanese vincendo nello stesso anno il prestigioso premio “Fossati”. Nel 1940 e nel 1942 partecipa al “Premio Cremona”, rassegna artistica promossa dal regime fascista con due tele di grandi dimensioni con soggetti di forte tematica sociale. Pur non raggiungendo la vittoria nelle due edizioni ottiene un grande consenso dalla critica del tempo per la sua pittura nitida ed espressiva. Nel 1945 partecipa attivamente alla “Federazione degli Artisti Indipendenti Italiani”, fondata da Anselmo Bucci.

Negli anni 1964, 1965 e 1970 prende parte ai corsi estivi presso l’Accademia d’Arte di Salisburgo in Austria. Questi corsi di perfezionamento, voluti e diretti dal pittore Oscar Kokoschka, la vedono vincitrice di un premio d’onore per le sue opere pittoriche.

Artista con attività feconda, la Sacconaghi si distingue per una pittura dal gusto estetico preciso derivante da una particolare educazione femminile dell’Italia di fine ‘800. Nelle sue opere pittoriche con tematiche floreali, ritratti e paesaggi toscani vi è una marcata visione del naturalismo in una continua ricerca di una visione più nitida delle immagini immerse in una luce pacata e uniforme. Questa modalità espressiva è riconducibile alla tradizione classica della pittura lombarda molto diversa dalle forme impressionistiche che avevano caratterizzata la pittura monzese di quel periodo. La luce tenue e soffusa della sua pittura sembra fermare il tempo in una continua ricerca interiore di una dimensione eterna e immobile che governa ogni cosa trasmettendo “quella bellezza che è proprio di una poesia”.

Muore circondata dall’affetto dei suoi cari in Brianza, a Renate, il 10 Agosto 1994.

Anselmo Bucci

Ritratto di Pina Sacconaghi di Bucci

Anselmo Bucci

Nasce a Fossombrone il 23 maggio 1887. Dopo gli studi classici al liceo Marco Foscarini di Venezia; studia poi disegno a Este, presso la scuola di Francesco Salvini. Allievo dell’Accademia di Brera a Milano nel 1904-05, parte per Parigi nel 1906, dove rimane fino al 1915, dedicandosi soprattutto all’incisione. L’atmosfera parigina lo avvicina al gusto di Jean-François Raffaelli, che fu un interprete attento della vita dei boulevards e della banlieue, e alle più acute annotazioni di Pierre Bonnard.

Il periodo parigino rappresenta il tempo migliore per la sua arte, vicino all’esperienza affine di Lorenzo Viani, per l’amore agli aspetti della vita degli umili e dei poveri. Traccia ritratti nervosi, caratteristici, di tipi trovati per la via, pubblicati nell’Ambrosiano e nel Corriere della Sera molti anni più tardi, e negli aforismi e nelle pagine diaristiche del Pittore volante (Milano 1930), opera che vinse il premio Viareggio di quello stesso anno.

Come vero promotore del gruppo “Novecento italiano”, Bucci organizzò, a Milano, conferenze, dibattiti e mostre, con l’intento di favorire un orientamento neoclassico, malgrado i riferimenti a Giotto e a Masaccio. Il sogno della metropoli, come simbolo della modernità più eccitante, che aveva animato le ricerche dei nostri futuristi, da Boccioni a Severini, da Carrà a Soffici, nelle loro “evasioni” parigine, era per per il Bucci una tentazione pittoresca e disordinata, tipica dell’anarchismo della giovinezza.

Muore a Monza il 19 novembre 1955.

Nel 1956 la XXVIII Biennale di Venezia gli dedica una importante mostra commemorativa e nel 1957 un’altra viene organizzata dal comune di Monza nel 1957, nella sala dell’Arengario mentre nel 1966 nella Galleria civica di Monza, si è tenuta una mostra dedicata al Bucci incisore.

Franca BartesaghiFranca Bartesaghi

Nasce a Monza ove tuttora risiede ed opera, dimostrando, già sui banchi di scuola, estro e temperamento d’artista. Il pittore milanese di fine ‘800, Fioravante Arioli, accoglie la Bartesaghi come sua unica allieva, che impara “in bottega” l’arte del dipingere. Frequenta numerosi corsi nei vari settori artistici, per acquisire capacità tecniche sempre più elevate, che le possano permettere di esprimere al meglio il suo mondo emozionale tra cui il corso di arti grafico-pubblicitarie a Milano, la “scuola libera del nudo” a Brera, la scuola di restauro a Firenze dove, con Lucia Pacchioli nota acquarellista, approfondisce lo studio dell’acquerello, dell’anatomia, della tecnica del ritratto. Apprende la tecnica delle Icone Russe da una casuale conoscenza con un monaco e ne produce un’importante collezione.

A Monza fa parte di parecchi circoli culturali ed artistici. È socia fondatrice del teatrino della Villa Reale di Monza. Grazie ai meriti ricevuti le viene offerta la nomina ad accademico di San Marco.

Negli anni ’90 in Versilia apre la sua casa promuovendo incontri con pittori, scultori e scrittori provenienti da tutto il mondo. Fondamentale per lei sarà l’incontro ed il dialogo con il poeta Mario Luzi che l’avvierà a passare dall’emozione al sentimento. Frequentando il caffè della Versiliana con l’amico Romano Battaglia concepiscono, ed in pochi mesi realizzano, il “Caffè Invernale”. Il mare e le Apuane entrano a far parte del suo DNA ed influenzeranno tutta la sua pittura. Sempre più emerge la sua istintiva capacità di esprimersi attraverso il colore che si appropria dei soggetti quali alibi per la sua espressione.

Giuseppe AynaGiuseppe Ayna

Nasce nel 1939 a Milano, Si diploma alla Scuola Superiore d’arte del Castello Sforzesco. In seguito frequenta il corso libero di nudo all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano e l’Acadèmie de la Grande Chaumière a Parigi.

Intraprende l’attività espositiva negli anni Settanta. Nel 1976 espone in mostra personale a Milano. Numerose le partecipazioni in mostre tematiche e in rassegne di ambito nazionale. Ripresa l’attività pittorica dopo lunga pausa, prosegue il percorso espositivo in mostra personale e collettiva.

Ordina personali a Monza (1993) e Milano (1997). Nel 2001 è invitato alla rassegna “Premio d’Arte Città di Lissone” tenutasi a Lissone, presso la Civica Galleria d’Arte Contemporanea, e poi a Olot, in Spagna.

Nel 2002 partecipa alla mostra “Pàginas desde Lombardia”, un Museo di Arte Contemporànea itinerante in Spagna, a Castell d’Aro, Santa Pau, Santa Susanna e al Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Gazoldo degli Ippoliti, riproposta poi nel 2005 al Civico Museo Parisi Valle di Maccagno. Nel 2006 è presente sempre al Civico Museo di Maccagno alla mostra “Acquisizioni 2006”. In questa sede tornerà ad esporre con regolarità 2007 – 2010 (opera acquisita) e 2011 (Premio Maccagno). Suoi quadri sono conservati in Musei italiani e spagnoli. 

Orari mostra: da martedì a domenica 9.00 – 24.00

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