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Al Riva di Molteno, tu chiamale se vuoi emozioni


Ristorante Riva Molteno‘’Chiudere gli occhi per fermare qualcosa che è dentro me, ma nella mente tua non c’è. Capire tu non puoi, tu chiamale se vuoi emozioni’’. Così cantava il grande Lucio Battisti, in una delle sue più celebri canzoni, rintanato insieme all’amico paroliere Giulio Rapetti, in arte Mogol, autore dei testi, nella sua villa al Dosso di Coroldo, nel comune di Molteno, nel cuore della Brianza Lecchese, dove lontano dai clamori visse dal 1973 al 1998, anno della sua prematura scomparsa, a seguito di una grave malattia. 

Non essendo ancora giunto in Brianza ad abitare, con ogni probabilità questa strepitosa poesia musicale, incisa dal fortunato sodalizio nel 1970, non è uscita, come, invece, altre a metà degli anni Settanta, dalla sala del camino del ristorante Riva di Molteno,  dove la coppia  era solita soffermarsi per ore a gustare le specialità locali, ma soprattutto a provare, una volta usciti gli ultimi commensali, i nuovi pezzi da proporre al pubblico. Si racconta che il cantautore di Poggio Bustone, polistrumentista, produttore discografico e compositore, spesso giungesse nel locale, insieme a Mogol, che abitava in una villa a fianco della sua, già munito della fedele chitarra a tracolla. I proprietari di allora del ‘Riva’ ed i pochi fortunati del posto hanno avuto il piacere di ascoltare, spesso di nascosto, dietro le finestre, brani accennati e, poi, più volte ripresi, del calibro di ‘Il nostro caro angelo’, ‘Ancora tu’, ‘Amarsi un po’’ e ‘Una donna per amico’. 

Ristorante Riva Molteno storiaOggi è ancora possibile ritrovare la stessa atmosfera d’allora, seduti agli stessi tavoli, assaporando gli stessi piatti e, volendo, canticchiando in compagnia i brani di quel fantastico periodo. Una sosta in questo caratteristico ristorante, ora degli eredi di Angela Buzzi, è un’autentica emozione, che merita di essere provata, almeno una volta nella vita. E’ la nipote a gestire con spontanea brillantezza il locale, ricordando i nonni ed i loro incontri, vicino al camino, con il noto cantautore, un po’ ombroso e riservato, ma sempre squisitamente gentile e rispettoso con loro. 

Una storia che viene da lontano, quella del locale brianzolo, senza troppe pretese, se non quelle di accogliere con grande cortesia e simpatia e soddisfare, con i suoi gustosi e genuini piatti, i propri clienti, per lo più amici del posto. Sin dal 1940, anno della nascita, il “Riva” di Molteno e’ sempre stato, infatti, sinonimo di buon cibo.

Lucio BattistiCosì uno degli abitanti più illustri di questo paese della Brianza Lecchese divenne fedelissimo cliente del familiare ritrovo, assaporando anch’egli un pezzo di storia della ristorazione briantea. La vera, cara ed onesta cucina, dai sapori giusti, estasiava ed esaltava il buon Lucio che sovente si accomodava al tavolo e, accompagnato dalla fida chitarra e dagli amici di sempre, cantava e suonava, circondato dal fascino antico degli arredi. Si sedeva sempre allo stesso posto, nell’affascinante e piccola sala, che, ancor oggi, come ieri, si trova entrando sulla destra, accostava le porticine con i vetri smerigliati e, dopo aver assaporato, sempre con grande appetito, i piatti dai gusti dimenticati di questo posto senza tempo, con Mogol ed altri allegri compagni, si esibiva, quasi non potesse farne a meno. 

Al ‘Riva’, ancor oggi, non si va per fare voli pindarici, remote sperimentazioni o per trovare un ambiente con gli arredi alla moda. Questo è il regno della tradizione, dell’autenticità dei cibi, rispettosi sempre del periodo e della stagionalità delle materie prime.

Entrando nel locale, fermandosi davanti al fascinoso bancone, si finisce subito per fare un tuffo in quella Brianza autentica che purtroppo non c’è più, dove, però, si sta bene, gustando una cucina che rappresenta un raro inno alla tradizione della nostra terra.

Ristorante Riva Molteno piattoChe si pranzi nella sala d’ingresso, tra il suggestivo bancone in legno ed il camino a parete, piuttosto che nella saletta a fianco o nello splendido dehors estivo, rispettando i prodotti stagionali, si possono gustare: affettati con sottaceti della casa, con  salumi selezionati, forniti dal prosciuttificio Marco D’Oggiono, imperdibili tortelli e gnocchi di zucca, risotto e tagliatelle, quando è stagione, ai funghi porcini freschi, trofie alla crema di basilico, panzerotti ricotta e spinaci al sugo di pomodoro, faraona arrosto, capretto e stracotto con la polenta, manzo alla moda della nonna servito con polenta di storo, carpaccio celtico di chianina con dadolata di pomodorini, tagliata di manzo rucola e grana, arrosto di punta, mortadella di fegato e cotechino vaniglia. In inverno si può, invece, trovare spesso una cassoeula monumentale, da leccarsi i baffi. I dolci sono tutti immancabilmente fatti in casa, con la deliziosa meringa con crema al cioccolato a farla da padrona. Buona la scelta dei vini.

Come non dire, in una conclusione a tema: ‘’Tu chiamale se vuoi emozioni!’’.

Il ristorante, sito in via Roma, ha una cinquantina di coperti, osserva il turno di chiusura il sabato a pranzo. Prezzo medio per un pasto 35 euro, tutto compreso. Sempre meglio prenotare. 

Enzo Mauri

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