In questi giorni la cooperativa Circolo Achille Grandi di Agrate festeggia il 70° di fondazione. Il circolo in tutti questi anni ha avuto certamente una parte attiva nelle vicende socio-politiche e nello sviluppo della città. Per anni una buona fetta della vita amministrativa è stata decisa fra le mura della cooperativa vicina al mondo cattolico e aderente a Confcooperative.
Il 4 luglio del 1947 un gruppo di “Uomini liberi e Forti”, in un clima politico non certo facile, con le ferite della guerra ancora presenti in Agrate, una comunità allora dipendente dal mondo agricolo, decisero di contribuire al rilancio del paese fondando la Cooperativa Circolo Achille Grandi, prendendo esempio da un politico dai grandi ideali, fondatore, con Alcide De Gasperi, del Partito Popolare, dal 1944 presidente delle ACLI e nel 1946 fra i padri costituenti della nuova Repubblica italiana. Era un gruppo di appassionati agratesi che si erano riconosciuti negli ideali di Grandi, attenti all’emergere di nuove economie, consapevoli del bene prezioso della solidarietà e del lavoro.
Sono gli anni in cui il cooperativismo, nato in Germania e ricco di numeri nel nord del nostro paese, approda in Lombardia con la nascita di decine di Casse Rurali e Artigiane e con le cooperative di consumo.
E’ l’attuale presidente Giancarlo Gervasoni a ripercorrere i primi mesi della “Grandi” ad Agrate, una cooperativa che aveva aperto i battenti nel centro cittadino, sotto la protezione del campanile, che vede fra i soci famiglie ancorate al retroterra culturale cattolico, attenta alle richieste che arrivano da una società che sta lasciandosi alle spalle le miserie della guerra. Gervasoni ricorda le pietre miliari che hanno segnato nei primi anni il percorso della cooperativa. Acquistare merci di consumo presso i produttori per poi rivenderli a prezzi convenienti, in particolare, nei mesi freddi, legna e carbone.
La Cooperativa, con il passar degli anni, è diventata un cenacolo politico dove si parla, si discute del futuro di tutta la comunità di Agrate. “Un cammino – dice Gervasoni – condiviso con i sacerdoti, con gli amministratori, fatto sempre con l’ascolto della gente. Infatti in quegli anni c’è un bisogno di interazione fra Comune, parrocchia, società civile. Quegli uomini “Liberi e Forti” hanno saputo farsene carico”.
Agrate da agricola diventa un Comune dell’hinterland milanese sede di multinazionali. E’ il crocevia della mobilità nel nord est. Fra i nuovi bisogni che attendono risposte vi è la necessità di nuove case. Nascono in quegli anni le cooperative edilizie che offrono a prezzi competitivi la prima casa a centinaia di famiglie. Alla fine sono 230 le famiglie che oggi risiedono in abitazioni costruite dalla Grandi e da una cooperativa collegata. La vita, la quotidianità, la freschezza della cooperativa è raccontata attraverso le pagine de “Il Popolare” un trimestrale che raggiunge e con i suoi scritti, coinvolgendoli, tutte le famiglie di Agrate e Omate .
“Ci sono stati anche momenti difficili – ricorda Gervasoni – A metà degli anni Sessanta la crisi che investe le cooperative non risparmia la Grandi. Al contrario di tante altre in Brianza, grazie alla generosità di centinaia di soci la Grandi supera anche questo ostacolo e si presenta nel fine millennio più in forza che mai. Acquista e trasforma la primitiva sede. Negli anni della ristrutturazione ha la nuova sede presso il bar San Paolo. Organizza mirabilmente la Festa dell’Amicizia, unica a resistere per un decennio nel vimercatese. Oggi come allora, con principi saldi, sempre attenta alle richieste che arrivano dalla gente, resta per migliaia di agratesi un punto di riferimento attraverso nuove iniziative e proposte sia in campo culturale, turistico, ma anche nei servizi
Pierfranco Redaelli