Per il primo ‘Incontro con l’autore’ del 2016, la Scuderia Ferrari Club Vedano al Lambro ospiterà sabato 27 febbraio, alle ore 15, presso la Sala della Cultura di via Italia 15 a Vedano, Nestore Morosini, ex prestigiosa firma de Il Corriere della Sera. Il noto giornalista si intratterrà con il pubblico presente sul tema ‘Formula 1: i Campioni che hanno scaldato il cuore’. Tra questi, avrà un grande spazio, come già anticipato dagli organizzatori dell’evento, alla sua terza edizione, il pilota di casa Vittorio Brambilla, prematuramente scomparso il 26 maggio 2001.
La carriera professionale di Nestore Morosini è iniziata nel 1967, come collaboratore del Corriere dello Sport. Nel 1971 è entrato nella redazione sportiva del Corriere della Sera, guidata da Gino Palumbo. Ha partecipato come inviato ai Giochi Olimpici del 1972, trovando anche accesso, unico giornalista italiano della carta stampata a poterlo fare, nel Villaggio Olimpico di Monaco, dopo il sanguinoso attacco dei fedain di ‘Settembre Nero’, potendo così seguire in diretta tutta l’evoluzione del tragico fatto. Alla fine del ’76, Morosini è passato alla redazione motoristica seguendo, come inviato, la formula 1. Nel febbraio 1977 è diventato caposervizio dell’automotive, responsabile della ‘Pagina Motori’. Dodici anni dopo ha fondato il settimanale ‘Corriere Motori’ ed è stato nominato redattore capo del settore, carica mantenuta sino al 2003, anno del pensionamento. Al Corriere è però rimasto come collaboratore. Dal 31 marzo 2010 al 31 marzo 2013 è stato responsabile del canale auto-moto.virgilio.it di Matrix, azienda Telecom. Dopo la vendita di Virgilio a Libero, allo scadere del contratto, Morosini ha fondato il web magazine Automobilissima.it.
In un paese collocato proprio a ridosso dell’Autodromo Nazionale di Monza, dove la domenica la musica di fondo, oltre al suono delle campane, è spesso quella del rombo dei motori, era inevitabile che nascesse un club per appassionati, con l’amore dichiarato per le due e quattro ruote ed il cuore, in particolare per i bolidi di Maranello. Il club, così, non poteva che essere dedicato alla Ferrari, anzi al commendatore Enzo Ferrari, famoso in tutto il mondo per le vittorie delle sue rosse vetture.
Era il 1967, l’anno dei fantastici duelli fra i prototipi del Cavallino rampante e quelli della leggendaria Ford nel Campionato Mondiale Prototipi, quando nasceva il gruppo vedanese. Dopo la trionfale parata, tutta rossa, alla ‘12 Ore di Sebring’, in occasione della ‘1000 Chilometri di Monza’, il giorno delle prove di qualificazione, si ebbe il battesimo ufficiale, con tanto di relativo striscione giallo e nero, con stemma e scritta ‘Ferrari Club Vedano al Lambro’.
La trovata, inusuale per quei tempi negli autodromi, creò molta curiosità nell’ambiente motoristico, tanto che la signora Laura Ferrari, moglie del Commendatore, inviò, come testimoni del simpatico evento, i piloti Lorenzo Bandini e Mike Parkes.
Lo scopo principale del gruppo era quello di radunare gli appassionati in una sede, per poter discutere liberamente e con competenza sugli avvenimenti motoristici ed, eventualmente, seguire le’Rosse di Maranello’ sui campi di gara.
Nei primi anni i soci si moltiplicarono a centinaia e le trasferte, anche all’estero, furono sempre confortate da una massiccia presenza di soci. Ad animare ancor più le serate del club, ci pensarono i fratelli Tino e Vittorio Brambilla, tra i primi ad aderire e a dirottare settimanalmente amici e simpatizzanti in quel di Vedano.
Tino Brambilla, in particolare, dopo diversi successi nelle formule minori, in F.3 ed in F2, dove ad Hockenheim portò per primo al successo la monoposto del Cavallino, con motore Dino, nel 1969, riprovandoci dopo il tentativo del 1963 con la poco competitiva Cooper Maserati della Scuderia Centro Sud, ebbe la grande occasione per debuttare con la Ferrari al Gran Premio d’Italia di F1. La settimana che precedette l’evento fece perdere ai soci intere nottate, trascorse a fantasticare sul grande debutto, nella prima sede presso il bar Campana. Il fratello Vittorio, a quei tempi, non correva in macchina, ma da quelle indimenticabili discussioni, davanti ad un bicchiere di vino, coltivò la voglia di provarci pure lui.
Come andarono le cose e la carriera dei due mitici fratelli sono pagine di storia ben note a tutti gli sportivi e in parte già riprese nelle pagine del nostro portale. Nella sede di Via Italia, al numero civico 13, restano appese alle pareti vecchie fotografie a testimoniare i tanti avvenimenti legati alla vita di questo magico club, il primo della storia della Casa modenese, arrivato ad annoverare nel tempo più di 1600 soci.
Enzo Mauri