Editoriali & Opinioni

A noi, che speriamo di aver imparato a osservare con il cuore

Brianza Acque

Osservare il mondo da una finestra può rattristare. Può sembrarci di essere rinchiusi in una prigione. Ma guardare e scoprire il mondo circostante dalla finestra, può essere anche estremamente affascinante. Custodisce in sè un alone di magia e di mistero.

Una nuova visione del panorama che ci circonda, si dipana davanti ai nostri occhi. E noi riusciamo a vedere, vedere realmente.

E in questo delicato momento delle nostre vite, vedere con gli occhi, e soprattutto con il cuore, è fondamentale.

Così facendo si finirà per scoprire ciò che è sempre stato davanti a noi, ma che non abbiamo mai visto, o meglio guardato, realmente.
Impareremo a vivere il mondo anche affacciati a una finestra, per riscoprire tutto quello che finora ci siamo persi, per dare il vero e giusto valore alle cose, ai sentimenti, alle sensazioni, al contorno e al contenuto del nostro vivere quotidiano.

A noi, che speriamo di aver imparato a osservare con il cuore

Le macchine restano parcheggiate da giorni, settimane, sempre nello stesso identico luogo in cui si sono arrestate. I tetti delle case e dei palazzi svettano costantemente nel cielo cercando di raggiungere le montagne. I marciapiedi luccicano per l’asfalto baciato dal sole e calpestato solo, di tanto in tanto, dai passi svelti dei padroni che concedono una boccata d’aria ai loro fedeli amici a quattro zampe.

Tutto sembra rimasto incessantemente fermo. Immobile. Ma non lo è.

Ed è proprio affacciandoci alla finestra che ce ne rendiamo conto. Piccoli, semplici e forse irrilevanti gesti, che ci infondono però la consapevolezza di quanto, in realtà il mondo e noi con esso, sia sempre in costante movimento e cambiamento.

I comignoli dei tetti non sputano più fumo. Le finestre delle case non si aprono più alla stessa ora del mattino, quasi all’alba, per poi richiudersi il prima possibile e riaprirsi tardi la sera, quando l’unica luce che può filtrarvi all’interno è quella pallida della luna o quella artificiale dei lampioni che illuminano la strada nella notte.
La lieve e fredda coperta di brina che imbiancava i nostri prati di prima mattina, è stata sciolta dai raggi di sole che si fanno, giorno dopo giorno, sempre più caldi.

Niente è rimasto fermo, dunque. Tutto è mutato. Noi. Le nostre abitudini. Il paesaggio che ci circonda. E i suoi colori.

Le verdi colline che si stagliano davanti ai nostri occhi si distendono morbide e invitanti. Il loro contorno armoniosamente ondeggiante ci invoglia a una corsa nel prato. Possiamo quasi sentire l’erba fresca e profumata di sole, solleticarci i piedi. Il vento primaverile, piacevolmente tiepido, spettinarci i capelli e sciogliere i nostri pensieri, mentre attraversa anche le chiome degli alberi e sfiora la cima delle montagne.

A noi, che speriamo di aver imparato a osservare con il cuore

Guardiamo il nostro riflesso sul vetro, circondato dal verde all’orizzonte. E ci vediamo là, a lanciare il cappotto sul prato rigoglioso. Ancora non ci eravamo resi conto di quanto il sole avesse cominciato a scaldare la nostra terra.
Il cielo terso, di quell’azzurro intenso che abbaglia, ci avvolge e connette ogni nostro sguardo. Tutti uniti sotto lo stesso splendente cielo.

No, non siamo rimasti fermi. Né noi, né la natura che ci circonda.
Anzi, quest’ultima è rinata, ci pare quasi esplosa di vita in una sola notte, mentre i nostri sensi ovattati non potevano percepirne il cambiamento.

E oggi ci guarda dall’altra parte di quel vetro, incoraggiandoci.
Torneremo a correre su quel tappeto verde, risplenderemo sotto il sole, e allora ci innalzeremo come le montagne.

Francesca Motta

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