A seguito del nostro approfondimento sul tema del rinnovo della presidenza di Confindustria Milano MB raccogliamo le precisazioni di Andrea Dell’Orto, candidato brianzolo alla carica.
Gentile Direttore,
in merito all’articolo da voi pubblicato sul sito Brianza Più dal titolo Presidenza Assolombarda: sfida Bonomi – Dell’Orto, Bianza vs Milano, mi trovo costretto a smentire una serie di elementi errati.
Il primo riguarda i risultato della mia gestione dell’Autodromo di Monza. Chiamato a guidare la società nel 2014, ho ereditato una gestione in rosso per 3,5 milioni di euro. I conti del bilancio successivo, il primo della mia gestione, hanno evidenziato un aumento del fatturato del 18% e una perdita dimezzata a 1,6 milioni, grazie alla razionalizzazione dei costi e degli impieghi. Risulta quindi del tutto menzognera la frase nell’articolo citato in cui si sostiene che non sarebbero state ridotte le perdite. Al contrario, sono scese drasticamente e come si può leggere nella relazione al bilancio al netto dell’effetto cambi e dell’aumento dell’Imu su una parte del patrimonio immobiliare – due fattori che, anche in malafede non possono essere imputati alle mie decisioni- la gestione dell’autodromo sarebbe stata in pareggio.
Il secondo aspetto che mi trovo costretto a smentire radicalmente è la ricostruzione che si fa della fusione tra Assolombarda e Confindustria Monza e Brianza. Come è evidente a tutti coloro che stanno seguendo la vicenda, non ho chiesto alcuna “cambiale” da incassare in termini di Presidenza. Al contrario, mi sono presentato al Consiglio Generale come candidato in una elezione libera e democratica. Sarà il Consiglio Generale a decidere il prossimo Presidente di Assolombarda. La scelta di fondere le due territoriali, fortemente voluta da me, ha avuto come unico obiettivo la creazione della territoriale più forte d’Italia. Un successo, che ci permette ora di avere un’Associazione che conterà sempre di più nelle importanti decisioni che attendono Confindustria. Con determinazione e coraggio abbiamo perseguito una fusione che può certo avere scontentato qualcuno, ma ha prodotto efficienze e ridotto la moltiplicazione delle poltrone. Credo che la nostra fusione sia stato un segnale importantissimo di nuovo corso, una ventata di novità in una Confindustria troppo spesso criticata per la ridondanza delle sue cariche. Chi si è opposto alla fusione è stato guidato da interessi personali, non dell’associazione, che ne è uscita più forte e pesante. In nessun modo questa fusione ha penalizzato il nostro territorio brianzolo, che invece vede valorizzata in una scala più ampia la sua vitalità e la sua intraprendenza.
In una cosa il vostro articolo è veritiero: sono industriale nel senso più puro del termine, la mia azienda ha creato occupazione per 500 persone nel territorio della Grande Milano, ho gestito crisi e internazionalizzazione, facendo crescere il fatturato della Dell’Orto e il benessere di 500 famiglie lombarde.